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Rita Atzori e le launeddas: un amore nato quando aveva solo 12 anni e che non finirà mai

Ci sono arti, mestieri e attività che senza una ragione precisa vengono tradizionalmente svolti esclusivamente dagli uomini, tra questi sicuramente rientra suonare le launeddas. Ma fortunatamente, come per tante altre attività, anche in questo ambito le donne hanno aperto una breccia e così cominciano a vedersi anche le suonatrici di Launeddas. Il caso di Rita Atzori però è un po’ particolare, perché non si può parlare di donna, visto che Rita ha cominciato a esercitare questa nobile arte a soli 12 anni. A Maracalagonis c’è la Scuola Popolare Sarda di Orlando Mascia, una scuola in cui si insegna a suonare le launeddas, l’organetto e anche a ballare il ballo sardo: «Andavo insieme a mio fratello- racconta Rita- alla Scuola Popolare con i miei genitori, che ballavano il ballo sardo. Mio fratello ha provato a suonare le launeddas, ma non ci riusciva così è dedicato all’organetto. Allora ci ho provato io e mi è piaciuto subito, non ho trovato nessuna difficoltà, avevo 12 anni e da allora non ho mai smesso».

Suonare le launeddas non è per niente facile, perché si deve adottare un sistema di respirazione a “fiato continuo” (o respirazione circolare), una tecnica particolare che consiste nell’accumulo, durante la fase di espirazione, di una riserva d’aria all’interno delle guance che viene gradualmente espulsa nel momento in cui il suonatore inspira col naso; in questo modo è possibile incanalare una colonna d’aria ininterrotta all’interno dello strumento. Inoltre occorre esercitarsi e memorizzare il repertorio sia di musiche sacre che di musiche per il ballo. Ma Rita lo fa ormai da 8 anni, senza mai stancarsi e nonostante l’impegno trova il tempo per fare qualche lavoretto saltuario, per uscire con il fidanzato e soprattutto per studiare.

Ha appena superato i test per accedere alla facoltà di Scienze della Formazione e dell’Educazione: « mi piacerebbe insegnare, lavorare coi bambini- racconta Rita- e magari chissà, quando sarò abbastanza brava ed esperta, ai bambini potrò insegnare anche a suonare le launeddas». Si dice spesso che i giovani di oggi non hanno passioni, che passano le giornate sui social e non si impegnano, ma fortunatamente ci sono anche quelli come Rita, è un vero piacere vederla suonare con maestria, unica suonatrice in mezzo a figure maschili, ma lei non sembra nemmeno accorgersene: «mi pesa essere l’unica donna? Assolutamente no- conclude Rita- io mi trovo benissimo con tutti. E comunque il problema non si pone, perché se voglio fare una cosa che mi piace la faccio, non mi preoccupo di quello che può pensare la gente».

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