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I 4 mori vanno in Giappone: il fumettista Massimo Dall’Oglio, ottiene un premio nella terra dei Manga

Massimo Dall’Oglio, classe ’73, è sempre stato appassionato di disegno, ma solo intorno al ’95, dopo aver abbandonato al terzo anno, la facoltà di Ingegneria ha cominciato a dedicarsi al fumetto con l’intento preciso di farne la sua professione. E in questo progetto, difficilissimo da realizzare in Italia, ci si è dedicato anima e corpo. Tanto che dopo appena 2 anni comincia a farsi conoscere e ottenere importanti riconoscimenti, ma prima di firmare i primi contratti dovrà aspettare a lungo. Nel 1997 vince a Prato il “Pierlambicchi d’oro” come miglior giovane autore, ma è solo nel 2006 che avviene il suo esordio professionale con la pubblicazione della serie in quattro volumi di “Underskin”, scritta da Andrea Iovinelli e pubblicata in Francia. «Ho lavorato duro- racconta il fumettista- non mi sono mai arreso, ma prima di poter diventare un fumettista professionista è passato moltissimo tempo da quando ho iniziato».

Dal 2008 lavora con diversi editori italiani: Star Comics, per Eura e Aurea Editoriale, per Edizioni BD, collabora con Panini Comics. Nel 2010 è finalista con la storia “Hermes”, al “Morning International Manga Competition” della casa editrice giapponese Kodansha. Attualmente disegna per Sergio Bonelli Editore, per il quale è impegnato su una mini serie di Nathan Never scritta Antonio Serra, sul sesto volume sceneggiato da Adriano Barone.«Il mio sogno era quello di scrivere anche le sceneggiature, non solo di realizzare i disegni -spiega Massimo- volevo pubblicare storie di cui io ero anche l’autore. In Italia però è molto difficile, ci si concentra soprattutto sui disegni, in Giappone invece la mentalità è completamente diversa, conta moltissimo la capacità di raccontare le storie, l’originalità delle sceneggiature, non è la capacità di disegnare la priorità».

Per questo, e ovviamente per la sua passione per i disegni manga, che Massimo comincia a partecipare alle selezioni delle case editrici Giapponesi. Nel paese del Sol Levante infatti, la patria dei manga, le case editrici di fumetti portano avanti una politica di talentscouting molto forte. «In Giappone – prosegue Massimo- le case editrici organizzano eventi con l’obiettivo di selezionare autori provenienti da tutte le parti del mondo. Non importa quanti anni hai, il tuo curriculum, se sei un professionista o meno, che tipo di storie hai scritto e per chi: ciò che conta è solo la capacita di raccontare storie a fumetti». La casa editrice Coamix, con il suo Silent Manga Audition, ha selezionato centinaia di fumettisti, chiedendo loro di raccontare una storia senza dialoghi, utilizzando immagini ricercate per riuscire a emozionare i lettori di tutto il mondo, superando le barriere linguistiche. E Massimo ci è riuscito attraverso un complesso meccanismo di selezioni a punteggi, visto che oggi è in Giappone a riscuotere il suo riconoscimento. Non solo. La casa editrice giapponese organizza delle masterclass, perché la strategia non è solo quella di rintracciare i talenti ovunque si trovino, ma una volta individuati i potenziali collaboratori, vengono preparati, il loro talento coltivato.

 

«Anche se questo è un lavoro in cui è molto difficile emergere, – afferma ancora Massimo- possiede un innegabile vantaggio, rispetto a tanti altri mestieri per cui è necessario emigrare: si può lavorare stando in Sardegna. Non sono mai stato costretto a lasciare la mia terra nemmeno per firmare un contratto!». Massimo non ha bisogno di lasciare la nostra Isola per lavorare, ma la saluta, momentaneamente, per partecipare alla masterclass, per approfondire la sua preparazione. Ma come lui stesso ha scritto in un post la bandiera dei quattro mori ben piegata in valigia lo accompagnerà in questo viaggio ricco di soddisfazioni perché frutto di un lungo e duro lavoro e come tutte le persone che hanno lottato per raggiungere il loro obiettivo, non si sente arrivato: «A 33 anni è cominciata la mia carriera da professionista, in Francia, su una rivista manga che si chiamava Shogun Mag. Da allora sono passati 12 anni (pochissimi), ma se mi volto a vedere quel breve sentiero percorso, vedo tanti manga realizzati un passo dopo l’altro. Ogni giorno mi predispongo alla possibilità di dover cambiare lavoro, è una vita difficile e faticosa, soprattutto se hai responsabilità da adulto. Quindi mi tengo questo paracadute psicologico sempre pronto. Oggi però, per un altro giorno, quel bastardo resterà chiuso e io sono felice un giorno di più».

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