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(Video e Photogallery) Tutta San Michele in piazza per l’ultimo saluto a Willy

Questo pomeriggio la vasta piazza Medaglia Miracolosa, non è riuscita a contenere tutte le persone che nonostante il caldo opprimente del primissimo pomeriggio, si sono riversate a tributare l’ultimo saluto a quello che ormai tutta la Sardegna conosce come Willy. Già da ieri notte tutti gli amici, moltissimi, hanno percorso più volte con i loro motorini le strade di San Michele, un coro di clacson, un modo rumoroso per esorcizzare il dolore. E questo pomeriggio, prima dell’arrivo del feretro, hanno replicato al centro della piazza, con i fumogeni e un lungo striscione degli Sconvolts, perché Willy era un grande tifoso del Cagliari.

La chiesa ovviamente non ha potuto accogliere tutte le persone presenti, c’era molto caldo e alcuni tra i familiari più stretti sono stati colti da malore. Chi è riuscito a entrare ha avuto la fortuna di assistere alla bella e onesta omelia di Padre Carlo, il quale ha ricordato Willy in maniera affettuosa:«Ogni volta che mi vedeva anche da lontano- ha ricordato il sacerdote- mi diceva: “padre mi benedica”, anzi mi “benedisca”». 

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La chiesa forse, per smorzare la tensione è scoppiata un applauso fragoroso. «Willy ha visto tutto questo- ha proseguito Padre Carlo- e ha capito quanto gli volete bene, ma voi tutta questa energia che avete avuto ieri notte e oggi, usatela per costruire qualcosa per la comunità». Il sacerdote ha poi ricordato quando nel 2007 ha battezzato Willy, oramai cinquenne e poi 7 anni fa, quando ha celebrato il funerale di suo padre Roberto. Ogni tanto qualche ragazzo esce dalla chiesa, il volto segnato dalle lacrime, altri invece hanno l’atteggiamento di chi ancora non si è reso conto di quello che è successo, come il fratello più giovane di Willy, cerca di fare memoria per ricordarsi il significato del suo sopranome “Sghilli”: «non mi ricordo cosa vuol dire, non ricordo nemmeno chi glielo ha dato, so solo che lo chiamavamo così». In moltissimi piangevano, ragazzi, ragazze e anche tante mamme, perché al di là delle polemiche sulle cause dell’incedente, accettare la morte di un sedicenne è impossibile. Soprattutto quando, come è capitato per Willy, la vittima dell’incidente è un ragazzo ben voluto da tutti e appartiene a una famiglia sfortunata. Proprio per questo, per far capire alla famiglia e a Willy stesso quanto il quartiere lo amasse, è stato organizzato un funerale che potesse esprimere in maniera tangibile, tutto l’affetto della sua gente. I palloncini, le colombe bianche, i petali dei fiori, le magliette col suo viso, la musica, e alla fine il carro trainato dai cavalli che lo ha condotto fino al vicino cimitero, i cori che invocavano il suo nome sono stati una manifestazione di affetto colorita e vivace anche in ragione della sua giovane età.

Probabilmente a qualcuno un funerale di questo tipo potrebbe dare fastidio, magari si potrebbero fare facili paragoni con ben altri scenari raccontati dalla cronaca. Ma ognuno vive ed esprime il proprio lutto in maniera personale, perché unico è il rapporto che lo legava alla persona scomparsa. Quando a vivere il lutto è un intero quartiere è inevitabile che il saluto sia eclatante, che sia proporzionato all’affetto che la comunità provava per lui e alla volontà di dimostrarlo. Comunque a zittire le critiche, basta il numero impressionante di persone, che al di là dei fumogeni e del corteo di motorini, questo pomeriggio hanno voluto salutare per l’ultima volta Willy. Un vero fiume di affetto.

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