Site icon cagliari.vistanet.it

Sono gli angeli di Sardegna e offrono il bene più prezioso: il loro tempo libero

Si può diventare Angeli di Sardegna dai 18 ai 99 anni. Bisogna avere 3 ore libere alla settimana, essere persone empatiche, pazienti, disposte a subire reazione negative e risposte scortesi proprio da coloro che ci si accinge ad aiutare ed è necessario possedere una buona dose di coraggio. Tonio Cabras è il capo squadra di Angeli di Sardegna, una ONLUS riconosciuta dalla Regione Sardegna: «prima di andare sulla strada ci prepariamo, seguiamo dei corsi tenuti da esperti- spiega Tonio- facciamo un corso di autodifesa con un’istruttore, seguiamo delle lezioni tenute da una psicologa e da un avvocato. E seguiamo anche un corso di primo soccorso. Dobbiamo confrontarci con persone che provengono da contesti difficili, hanno storie spesso drammatiche alle spalle, problemi psichici, molte delle persone che soccorriamo sono alcoliste o tossicodipendenti».

Al momento gli Angeli sono una ventina equamente divisi tra uomini e donne, ma il numero di volontari oscilla, ci sono stati periodi in cui l’associazione ha contato anche cento iscritti. Essendo un’opera prestata in maniera totalmente gratuita, nel proprio tempo libero è normale che i volontari si possano rendere disponibili solo in alcuni periodi. «Formiamo squadre da tre a cinque volontari- racconta il capo squadra- in cui devono essere sempre presenti un caposquadra e un vice caposquadra, e andiamo in giro per offrire cibo, acqua e coperte alle persone che vivono per strada». Gli Angeli spesso prima di poter ottenere la fiducia di queste persone devono avvicinarsi poco per volta, cercano di scoprire il loro nome, provano a comunicare con loro. «Ci sta che all’inizio siano diffidenti-ammette Tonio- sono persone abituate a essere derise, spesso cacciate via in malo modo dal luogo in cui avevano trovato un rifugio. Ci sono persone talmente invisibili che da anni nessuno le chiama con il loro nome, e quando lo facciamo noi, loro si aprono perché alla fine ciò di cui hanno più bisogno è l’affetto. La possibilità di parlare con qualcuno».

Anche se gli Angeli di Sardegna non sono armati, visto che le loro passeggiate notturne durano fino a mezzanotte e in zone non certo tranquille, capita che si renda necessario un loro intervento per sventare uno scippo o bloccare un aggressione:«naturalmente per prima cosa allertiamo le forze dell’ordine, non possiamo e non vogliamo sostituirci a loro- chiarisce Tonio-ma nell’immediatezza del fatto, se non siamo in inferiorità numerica rispetto a chi sta commettendo il reato, cerchiamo di intervenire, soprattutto se ci sono persone in pericolo». Gli Angeli di Sardegna, come più volte lo stesso Tonio ha ribadito,non sono forze dell’ordine, ma saperle in giro per le strade spesso in zone a rischio delinquenza costituisce sicuramente una sicurezza in più e anche se loro sanno come agire senza correre rischi, durante il loro turno usano dei nickname, una sicurezza in più per prevenire ritorsioni. L’associazione si auto finanzia, un tempo aveva anche una sede che serviva per conservare le coperte e i generi alimentari da distribuire, ma purtroppo il proprietario che l’aveva messa a disposizione ha dovuto venderla.

Tutti gli Angeli hanno vissuto nello svolgimento del loro servizio esperienze toccanti. Tonio per esempio ricorda molto bene quella di una signora di 92 anni, che piangeva disperata affacciata al balcone del quinto piano di un palazzo in via dell’Abbazia. Erano in 3 quel giorno, quindi si sono divisi, uno rimaneva in strada per cercare di tranquillizzare la signora e convincerla a non sporgersi, uno che dopo aver faticato non poco a farsi aprire dagli altri inquilini del palazzo, è corso al quinto piano per farsi aprire la porta dalla vecchina, e il terzo che cercava di contattare le varie forze dell’ordine perché intervenissero. La signora però continuava a sostenere di non essere in grado di aprire la porta.Finalmente anche con l’aiuto dei vicini la squadra degli angeli è riuscita a rintracciare la figlia della signora:«abbiamo scoperto che la povera signora era stata chiusa in casa dalla figlia- ricorda tristemente Tonio-non aveva le chiavi per poter uscire, però poteva andare in balcone e non era tanto lucida, ha davvero rischiato».

L’attività di volontariato di questi generosi angeli però non si limita ad aiutare chi vive sulla strada, ma si estende anche alla collaborazione per i grandi eventi. Vi sarà capitato spesso infatti di scorgere in mezzo alla folla gruppetti di magliette azzurre pronti ad intervenire fornendo indicazioni e consigli, vigilando con cordialità e gentilezza: non per niente gli organizzatori di eventi cittadini come SoloWomenRun o il Sardegna Pride si rivolgono anche a loro per il servizio d’ordine. Quindi grazie agli Angeli di Sardegna per il tempo che dedicano e il servizio che rendono alla comunità.

Exit mobile version