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Casa di reclusione di Is Arenas: tensione tra detenuti. “Solo un poliziotto ogni 100 carcerati”

La denuncia arriva dal coordinatore regionale FP CGIL Polizia penitenziaria Sandro Atzeni.

“Alcuni giorni fa intorno alle ore 13, diversi detenuti di origine nord africana, tra cui 4 più facinorosi hanno iniziato ad inveire contro l’unica unità di personale di polizia penitenziaria presente in servizio in quel frangente. A nulla è valsa l’opera di persuasione adottata dal poliziotto. I detenuti hanno continuato a proferire frasi offensive ed incitare gli altri detenuti a non rientrare il cella in segno di protesta. Il personale di servizio ha cercato insistentemente di riportare l’ordine ma il gruppo dei promotori continuava a minacciare le unità presenti con urla e gesta minacciose, vessandoli con ogni forma di insulto.

Solo grazie all’intervento dei pochi poliziotti penitenziari presenti nella struttura si è riusciti con molta fatica ad effettuare la chiusura delle camere di detenzione e riportare l’ordine e la sicurezza all’interno della diramazione centrale, riportando la situazione in apparente normalità. A darne notizia è il coordinatore regionale FP CGIL Polizia penitenziaria Sandro Atzeni, secondo il quale “quel che è accaduto è gravissimo, anche in relazione all’atteggiamento assunto da molti detenuti”.

Nella sezione detentiva regolamentata dalla vigilanza dinamica, che permette ai detenuti di girare liberi buona parte del giorno e che per questo presenta livelli minimi di sicurezza, si respira alta tensione, con atteggiamenti palesemente provocatori nei confronti dei poliziotti. In passato ed esattamente il 6 aprile 2018, una decina di detenuti tra cui 4 più facinorosi hanno iniziato a sbattere con violenza i blindati delle camere di pernottamento e a  inveire contro il personale di Polizia Penitenziaria in servizio diramazione centrale, minacciando la restante popolazione se non avessero partecipato alla rivolta. In quella occasione FP CGIL Polizia Penitenziaria aveva preannunciato che non era escluso che simili fatti potessero verificarsi di nuovo.

Le carceri sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Non ci si ostini a vedere le carceri con occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, sono decuplicati gli eventi critici. Da non sottovalutare – aggiunge Atzeni – come il decreto ministeriale in materia di tagli agli organici della Polizia penitenziaria abbia compromesso la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari italiani, senza cura alcuna del rischio aggressioni crescente, soprattutto in  considerazione del regime aperto applicato anche in istituti come quello di Arbus, dove i detenuti sono sorvegliati all’interno del reparto stesso, con una media di circa 100 reclusi controllati da solo un poliziotto.

La FP CGIL Polizia Penitenziaria chiede agli Uffici Dipartimentali “urgenti provvedimenti a tutela dei poliziotti penitenziari che lavorano nella Casa di Reclusione di Is Arenas Arbus e della stessa vivibilità nella struttura detentiva. I responsabili dei disordini, previo nulla osta del competente Provveditorato regionale sono stati trasferiti. In questa struttura dove gli agenti di polizia penitenziaria quotidianamente rischiano la loro incolumità e si trovano costretti a gestire detenuti, riteniamo non più accettabile tale situazione”.

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