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Gli studenti di Scienze della Formazione Primaria protestano: “Applicate la sentenza del Consiglio di Stato”

Questa vicenda si potrebbe definire “la guerra dei ricorsi”, combattuta da una schiera di aspiranti insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia. Tutto nasce dal fatto che fino al 2002 non esisteva il corso di laurea in Scienze dell’Educazione Primaria, quindi il diploma magistrale conseguito entro quell’anno era considerato abilitante. Il nocciolo della questione risiede proprio in questa abilitazione: perché sembra esserci un vuoto normativo che non permette di capire se l’abilitazione consente di accedere direttamente alle graduatorie dalle quali si attingono gli insegnanti o se comunque i diplomati prima del 2002 devono superare un concorso.

Col passare degli anni, una volta istituito il corso di laurea, un numero sempre maggiore di aspiranti maestri ha conseguito il titolo, diventando di fatto più competente e qualificato rispetto a un maestro diplomato. Moltissimi diplomati in questi anni hanno presentato e vinto ricorsi per essere equiparati ai laureati, oltre 50 mila ricorsisti sono stati ammessi alla graduatoria permanente, direttamente in prima fascia al pari di vincitori di concorso, pur non avendolo mai superato. Per gli studenti che a breve conseguiranno la laurea in Scienze dell’Educazione Primaria, questa situazione si trasforma in una vera e propria beffa: entreranno nella graduatoria in seconda fascia con il punteggio di 75 che deriva loro dal titolo di studi, mentre i diplomati ricorsisti, grazie all’esito favorevole del ricorso sono entrati direttamente in prima fascia con solo 10 punti.

Rita Maccioni ha 36 anni, un bambino piccolo e un altro in arrivo. Già laureata in Pedagogia, ha deciso di conseguire una seconda laurea in Scienze dell’Educazione Primaria, per approfondire la sua preparazione, convinta di accrescere anche le probabilità di ottenere presto un incarico di ruolo. «Ho investito moltissimo in questa scelta- racconta Rita – in termini di tempo, di energie, di risorse economiche, non è bello vedersi scavalcare da persone che hanno studiato molto meno. E comunque non si tratta solo di un problema personale, ne va della qualità dell’istruzione nel suo complesso, noi stiamo acquisendo una preparazione specifica e tecnica che gli altri non hanno». La protesta non è rivolta contro i diplomati, questo è stato precisato più volte stamattina, però i ricorsisti che sono stati ammessi alla graduatoria non hanno voluto sostenere nessuno dei 3 concorsi banditi dal 2002 a oggi. Eppure fanno parte della prima fascia al pari di altri diplomati che però il concorso lo hanno superato a pieni voti.

A porre fine a questa diatriba è intervenuto il Consiglio di Stato, in adunanza plenaria, che il 20 dicembre 2017 ha stabilito che il diploma magistrale conseguito entro il 2002, vale solo come titolo idoneo a consentire la partecipazione ai concorsi per l’insegnamento, ma di per sé non consente, e non ha mai consentito, l’accesso alle graduatorie permanenti. Ciò comporterà, oltre all’uscita delle Graduatorie ad Esaurimento, anche la revoca del contratto con riserva. Il nuovo governo però ha stabilito, con l’emanazione del Decreto Dignità, di congelare momentaneamente la sentenza del Consiglio di Stato, prendendosi tutto il tempo consentito dalla legge per la sua applicazione. Per questo i laureati e gli studenti in Scienze dell’Educazione Primaria oggi, hanno manifestato in Piazza Galilei a Cagliari, davanti all’Ufficio Scolastico Regionale.

Giovanni Spada è al terzo anno di Scienze dell’Educazione Primaria, anche lui già laureato in Pedagogia: «insegnare alle scuole elementari è sempre stato il mio sogno- lamenta Giovanni- per questo ho deciso di intraprendere un percorso di studi così lungo, e di accedere alla seconda laurea. Sembrava che il Consiglio di Stato avesse finalmente fatto chiarezza, invece è arrivata la doccia fredda del Decreto Dignità. Oggi siamo qui proprio perché la sentenza venga applicata, nell’interesse soprattutto degli alunni affinché l’istruzione possa raggiungere un livello sempre più altro». Giovanni Spada insieme a una delegazione di manifestanti è stato ricevuto dal Vicedirettore Generale, Sergio Repetto, il quale ha ascoltato con attenzione le proteste degli aspiranti maestri, ha suggerito loro alcuni consigli su come portare avanti le proprie istanze e ha promesso che si farà portavoce del problema presso il MIUR. E il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, quello che ha la responsabilità della formazione delle generazioni future dovrà necessariamente porre rimedio a una situazione che mortifica il principio della meritocrazia che dovrebbe fondare la democrazia.

 

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