La mungitura, attività tradizionalmente faticosa come tante altre, può essere tecnologica e garantire una migliore qualità della vita all’allevatore e benessere all’animale. Come? Grazie ai robot che si “svegliano” all’alba e mungono il bestiame. In una mansione che non conosce giorni festivi né pause, la tecnologia arriva infatti in aiuto degli operatori e riporta un po’ di comodità nelle loro vite.
A fare da apripista in questa nuova era della mungitura 2.0 c’è proprio la Sardegna dove i soci della cooperativa agricola Arborea ha acquistato 12 impianti robotizzati e li ha installati nelle proprie aziende dove circolano ogni giorno migliaia di litri di latte. Come ha precisato all’Ansa il presidente di Arborea Gianfilippo Contu, infatti, nello stabilimento entrano ogni giorno 560mila litri di latte, perlopiù vaccino (90%), raccolto in 228 aziende zootecniche associate.
Con i robot olandesi, la mucca è libera di andare in mungitura quando ha la necessità, eliminando quindi i turni uguali per tutti e migliorando così anche la stessa produzione che, come ha ricordato Michele Zirone, è incrementata del 15% dopo l’investimento di 250 mila euro per acquistare la macchina. Ma se di fronte all’uso dei robot c’è sempre la paura che questi possano soppiantare il lavoro umano, Zirone ha le idee chiare: «Devi però cambiare mentalità: lavori sempre tutto il giorno, ma col tablet in mano dove arrivano migliaia di dati da interpretare, anche per prevenire malattie e evitare così antibiotici. Prossimo passo la cucina robotizzati per standardizzare pasti a prova di veterinario».