Site icon cagliari.vistanet.it

“Due bimbe di 18 e 32 mesi costrette a vivere in carcere a Bancali”: la denuncia choc di Maria Grazia Caligaris

carcere

«Due bimbe di 18 e 32 mesi, con le rispettive giovani mamme rom C. A. e S. H, stanno crescendo dietro le sbarre della Casa Circondariale di Sassari-Bancali. Una situazione inaccettabile in una regione dove esiste un Istituto a Custodia Attenuata per Madri Detenute». A richiamare l’attenzione sul grave disagio che vivono le bambine è Maria Grazia Caligaris, presidente dell’Associazione Socialismo Diritti Riforme, che sottolinea «la necessità di un intervento del Garante nazionale delle persone private della libertà affinché si faccia chiarezza sulle ragioni per le quali l’ICAM sardo non entra in funzione».

«È evidente – osserva Caligaris – che se la struttura, peraltro ubicata a 40 chilometri da Cagliari, non può essere aperta per carenza di organico o per qualunque altra ragione, deve essere trovata un’alternativa idonea per le donne con figli minori al seguito. Puntualmente le detenute madri, in Sardegna per processi a loro carico, vengono ristrette negli Istituti di Pena senza tenere conto del minore, spesso di pochi mesi di vita. Si tratta di una violazione delle norme inaccettabile. La legge è chiara su questo punto ma anche il buon senso impone una riflessione. Bambine in così tenera età richiedono spazi idonei al loro sviluppo fisico e psichico. I condizionamenti derivanti dalla vita in cella, regolamentata secondo standard organizzativi rigidi, incidono profondamente sulla crescita e sulla formazione del carattere. I mesi estivi inoltre pesano sulla esistenza di queste innocenti in modo ancora più pesante».

«Le Istituzioni – afferma ancora la presidente di SDR – devono farsi carico di trovare una sistemazione alternativa alle detenute madri e alle bambine, anche perché la presenza in un Istituto come quello di Sassari-Bancali con 441 detenuti (92 in regime di 41 bis), 143 stranieri e 17 donne, richiede una particolare attenzione igienico-sanitaria per le piccole che devono essere costantemente visitate dal pediatra. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non può scaricare sul personale della Casa Circondariale l’onere di far fronte a situazioni critiche, deve rispettare le norme».

Exit mobile version