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Assemini al ballottaggio: Vistanet intervista Sabrina Licheri, la candidata del M5S

Ad Assemini domenica 24 si vota per scegliere il sindaco, a contendersi la poltrona di primo cittadino Sabrina Licheri e Antonio Scano. Abbiamo proposto a entrambi un’intervista a due giorni dal voto.

C’è qualcosa in questi 5 anni che non siete riusciti a fare, a cui teneva particolarmente?

Il bando di igiene urbana. Abbiamo trovato il vecchio bando praticamente scaduto senza uno straccio di progettazione. Da subito ci siamo adoperati, in un contesto per niente facile, per mettere in piedi un nuovo servizio innovativo equo e che coinvolgesse direttamente i cittadini, facendoli diventare protagonisti diretti sia per la differenziazione dei rifiuti che per l’importo della bolletta che ne deriva. Nel frattempo, non si poteva comunque continuare a subire quel vecchio contratto del 2008. Abbiamo ereditato 4,05 milioni di euro di TARI più circa 600 mila euro extra, costi per bonus, premialiatà e contributo Conai. Siamo riusciti a ridurlo di circa 350 mila euro all’anno ed eliminato i benefici extra previsti dall’appalto per altri 450 mila euro all’anno. Dispiace che solo qualche mese fa siamo riusciti ad approvare il nostro progetto, ma le difficoltà e gli ostacoli incontrati sono stati veramente tanti. Il nostro progetto costerà meno del servizio del 2008. Contiene forniture e servizi essenziali non previsti nel vecchio servizio per 360 mila euro all’anno. Per rispondere a chi ha promosso la bocciatura del nostro primo progetto, evidenzio che si tratta di un servizio che mette al centro il cittadino e lo responsabilizza: non si pagherà più in base alla dimensione della casa e al numero di abitanti, ognuno pagherà in base a come differenzierà: meglio differenzia meno paga.  In termini di costi, il servizio come approvato dalla nostra amministrazione, quindi soggetto anche a ribasso, consentirà una riduzione della tari alle utenze domestiche del 20%. Ci sarebbe piaciuto partire prima della fine del mandato. Altra questione rimasta irrisolta è il sottopasso di via Coghe. I residenti del quartiere soffrono da sempre per la fragilità del collegamento con il resto della città. La prima cosa da fare sarà riunirci nuovamente con i cittadini per condividere la scelta di effettuare delle rampe pedonali che finalmente consentiranno ai pedoni ai genitori con i passeggini, a tutti, di raggiungere con facilità la parte della città oltre la ferrovia. Ci sono le risorse economiche per procedere.

In questi ultimi anni il movimento è cresciuto grazie soprattutto agli elettori delusi di sinistra. Oggi però quella parte di elettorato mostra insofferenza per le decisioni di Salvini, nel suo piccolo anche Assemini sta reagendo alle affermazioni del Ministro dell’Interno, basta andare sui social. Pensa che le polemiche di questi ultimi giorni su immigrati e Rom possano influire sull’esito del ballottaggio o spingere all’astensionismo?

Il M5S è contro ogni forma di razzismo, parla con una persona colpita in pieno dal mal d’Africa. I toni usati dal ministro Salvini sono spesso molto forti, dobbiamo avere fiducia e aspettare: il discorso migranti non è mai stato affrontato seriamente o comunque lo si è fatto senza avere risultati. Io ho fiducia nel Governo Cinque stelle e del suo ruolo di controllore del rispetto del contratto di Governo. Non credo che gli ultimi eventi possano incidere sulla scelta di non andare a votare.

Ha svolto gli ultimi giorni di campagna elettorale andando in giro per la città e incontrando le persone, qual è il problema maggiormente sentito?

I problemi sono tanti, la gran parte derivano da un disagio generale nazionale che ovviamente non può non riflettersi sulla realtà locale: parlo della disoccupazione, della eccessiva tassazione a carico delle imprese. Altri problemi più alla portata dell’amministrazione locale hanno a che fare con la pulizia delle strade, con la inciviltà di tante persone, con la richiesta determinata di maggiori controlli e quindi più sanzioni.

Mi sono accorta anche del piacere che i cittadini, e chi gestisce una attività commerciale, ha nel parlare con i “politici” che in quel momento politici non lo sono più e diventano cittadini che ascoltano lamentale e consigli con l’impegno a risolvere o a capire meglio. È un contatto, una frequentazione che sembra non basti mai. Mi sono impegnata con loro a non farlo mancare.

 

Si conclude una campagna elettorale abbastanza impegnativa, non sono mancate le tensioni, i botta e risposta via Facebook, con attacchi anche pesanti, in particolare molti le rimproverano di non aver mantenuto la promessa di rinunciare alla sua indennità da presidente del consiglio comunale. Cosa risponde?

In realtà non ho mai partecipato personalmente ai botta e risposta nei social. Ho gestito in passato delle pagine Facebook con vera rilevanza sociale. Gli attacchi, le diffamazioni, le bugie sono il risultato di un uso gravemente distorto del social che non approvo e non ne faccio parte. I così detti leoni da tastiera vivono un serio e triste disagio sociale. Ho imparato con il tempo a provare grande tenerezza per loro soprattutto quando mi capita di incontrali e non hanno il coraggio di dire mezza parola. Spero per loro che Facebook funzioni per tanto tanto tempo.

Ho incontrato tantissima gente in questi giorni e nessuno si è mai soffermato su questo argomento. I molti a cui fa riferimento lei probabilmente sono alcuni dei nostri avversari politici e lo posso anche comprendere. Quella dichiarazione fu fatta in campagna elettorale nel 2013 quando ancora chi sarebbe stato presidente non si sapeva, va da sé che quell’impegno non era personale come qualcuno vuol far credere. Con questo non voglio dire che mi sottraggo ad una risposta che devo, perché rappresento il Movimento, tutt’altro. Quel messaggio, è stato un modo forte e immediato per far passare un concetto, ovvero che avremmo fatto il possibile per tagliare spese inutili. L’errore, sicuramente di inesperienza, è stato considerare il ruolo e l’impegno del presidente del consiglio in una città come Assemini, quasi marginale. È vero esattamente il contrario, si è trattato di un impegno totalizzante. Il tema delle indennità è un argomento non banale che rappresenta un punto fermo della partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica: tutti devono avere la possibilità di partecipare non solo chi è ricco e può vivere di rendita. Le vere indennità che non sono giustificabili sono altre, non quelle di un amministratore di un piccolo comune. In questi anni la volontà di far vita ad una forma di donazione è stata mantenuta. Il gruppo consigliare lo ha fatto nei modi e nei tempi che ognuno ha ritenuto, giacché ritengo siano questioni personali. Io personalmente non appena abbiamo istituito la mensa sociale ho deciso di donare un mio contributo (sul quale ho pagato le tasse) alla mensa. Io complessivamente ho donato 9 mila euro di cui circa mille al comune di Torpé e il resto alla mensa. Alla stessa mensa il sindaco Puddu ha versato circa 4 mila euro. È antipatico dire che si sono fatte donazioni, ma a chi chiede conto abbiamo il dovere di rispondere. ln primo luogo, il sindaco Puddu si è impegnato a versare uno stipendio all’anno e ultimerà il pagamento a mandato concluso.

Aggiungiamo che in questi anni abbiamo eliminato: le spese del sesto assessore, le spese rappresentanza, le schede telefoniche, nei primi giorni del nostro mandato nel 2013 ai cellulari appena affidatici dagli uffici arrivavano spesso telefonate di familiari o clienti di ex amministratori che evidentemente nella loro professione usavano quegli stessi telefoni. Li abbiamo restituiti tutti. Un altro esempio di rispetto verso la cosa pubblica sono le spese di rappresentanza: basti pensare che ci sono stati anni in cui il sindaco è costato per spese di rappresentanza alle casse comunali oltre 20 mila euro, mentre il sindaco Puddu non ha superato i 10 euro all’anno.

In due parole per quale ragione gli elettori che al primo turno non hanno votato né per Scano né per lei, ora dovrebbero votarla?

Per quanto detto sopra, mi piacerebbe poter dire che altri prima di noi hanno avuto la stessa attenzione verso la cosa pubblica ma temo di non potere.

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