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Quando nel 1984 e nel 1990 volevano schedare e “censire” i sardi residenti in Italia

Foto di Radicales Sardos

Foto di Radicales Sardos

«Era il 1984 quando l’ organo del Psd’Az, “Il solco”, aveva pubblicato la fotocopia di una circolare firmata dal dirigente della Squadra mobile della capitale, Luigi De Sena. Con il documento, redatto su carta intestata della Questura di Roma, dove si invitavano i sindaci a fornire “con cortese urgenza l’ elenco di tutte le persone di origine sarda residenti nel territorio comunale, corredato dalle rispettive composizioni familiari, vicende anagrafiche, attività lavorative e data di immigrazione”». A raccontare queste vicende che sembrano così lontane, ma quanto mai attuali, la pagina Facebook Radicales Sardos pro s’Autodeterminatzione. 

«I sardisti affermarono che proprio il fatto che la schedatura fosse legata alla necessità di reprimere la criminalità fa sì che l’ iniziativa fosse ancora più grave – si legge ancora -. Le informazioni chieste ai Comuni riguardavano migliaia di emigrati, a prescindere dal fatto che in passato abbiano mai avuto guai con la giustizia oppure no. Passiamo al 1990 Sulla scia del sequestro del piccolo Augusto De Megni compiuto a Perugia, la polizia decise di schedare le famiglie di origine sarda residenti nell’ Italia centrale. La polizia di Urbino richiese una mappa dei sardi residenti in diversi comuni della provincia di Pesaro.

E della polemica che ne scaturì in Sardegna a seguito di quei provvedimenti ne parlano anche due articoli dell’archivio di Repubblica. (qui il secondo). «Sta provocando una valanga di polemiche la notizia delle schedature dei sardi disposta dalla Questura di Roma – si legge nell’articolo a firma di Pier Giorgio Pinna pubblicato in data 9 ottobre 1984 -. Dopo le denunce del Psd’ az e l’ interrogazione al ministro degli Interni presentata da tre deputati comunisti, si registrano altre proteste. L’ argomento è ormai al centro delle discussioni politiche. Un dibattito già reso incandescente dalle accuse di “mezzo-terroristi” fatte ai sardisti dal segretario della Dc De Mita. Proprio domenica scorsa il presidente della Regione Mario Melis, in un’ intervista, ha replicato addebitando ai servizi segreti italiani le responsabilità del “complotto separatista”. E già le sue dichiarazioni avevano suscitato molte reazioni».

LEGGI L’ARTICOLO DI REPUBBLICA DEL 1984.

Insomma l’idea del ministro degli Interni Matteo Salvini di censire un gruppo etnico specifico di italiani adducendo motivi di sicurezza non è sicuramente una novità storica, né un’idea lontana quanto lontane sono per l’Italia le leggi razziali. Accadeva già nei confini ben delineati di una democrazia matura come quella italiana nel 1984.

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