Riniziano i furti di piccoli ma importanti pezzi di Sardegna. Sassi e conchiglie da Villasimius, Chia, Costa Rei e Sulcis
L'estate è alle porte ma il caldo è già arrivato. Spiagge piene, acqua pulita e fresca ma, come sempre, ecco i soliti ladri incivili che derubano la nostra terra di piccoli pezzi di cuore. Nell'articolo la denuncia e le foto del gruppo FB Sardegna Rubata e Depredata
L’estate è praticamente alle porte ma già iniziano i furti di sassi e conchiglie dalle nostre spiagge. Come sempre la denuncia con foto allegate e post arriva dal sempre attivissimo gruppo Facebook, che non usa mezzi termini rivolgendosi ai rappresentanti politici regionali, “Sardegna Rubata e Depredata“. Le zone di provenienza del materiale sono Villasimius, Costa Rei, Chia e il Sulcis.
“L’amarissimo sconforto del fine settimana. Foto che riassumono:
• La stupidità umana.
• Il forte senso di impotenza.
• L’inutilità di una legge fatta senza prevedere controlli e sanzioni.
• La latitanza degli organi preposti ai controlli.
• L’inqualificabile atteggiamento della Regione Sardegna, presente solo per rivendicare meriti che non le spettano e fare proclami in pompa magna puntualmente smentiti dai fatti.
Amici amanti della Sardegna, siate VOI gli artefici della difesa del VOSTRO patrimonio naturale..….e magari alle prossime elezioni ricordatevi di tutto questo”.
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La prima donna arbitro d’Italia fu una ragazza cagliaritana. Ecco la sua storia
Per "mettere la gonnella" a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.
Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.
Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.
Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
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