Site icon cagliari.vistanet.it

Festa dell’Oncologia del gruppo “Abbracciamo un Sogno”: la malattia come un tempo di vita

abbracciamo un sogno

Tutto pronto per la settima edizione della Festa dell’Oncologia, organizzata dal gruppo di pazienti oncologici “Abbracciamo un Sogno”. Ecco, grazie alle toccanti e illuminanti parole di Claudia, 37enne paziente oncologica e “portatrice di vita diversamente sana”, come si definisce lei stessa con la sua fine e coraggiosa ironia, com’è nato il gruppo e la Festa. 

“«Se oggi c’è la giornata intitolata “Abbracciamo un Sogno” è perché alcuni mesi fa mi è stata data la possibilità di entrare nel sogno di Dolores, di presentarle il mio e insieme di poterlo condividerlo con tante altre persone», queste parole sono state pronunciate da Vladimira Desogus per aprire la I Festa dell’Oncologia nel 2012. Tutto è iniziato così, grazie all’incontro tra Maria Dolores Palmas (infermiera del DH dell’Oncologico Businco di Cagliari) e Vladimira Desogus “un’im-paziente sognatrice”, dando origine al Gruppo Abbracciamo un Sogno.

Come si può immaginare non è stato semplice dare concretezza ai pensieri ma l’entusiasmo nutre i sogni, alimenta la forza e la carica affinché il sogno possa prender forma. Il Gruppo è nato dal bisogno di condividere esperienze, di programmare eventi per e con chi condivide il percorso di malattia. Condividendo dubbi, speranze, gioie, colori e quanto la vita quotidiana riserva a ciascuno per la costante ricerca del viver meglio con sé stessi e con gli altri.

Per chi non mi conoscesse, mi chiamo Claudia, ho 37 anni, amo la vita e mi piace tutto quello che la vita include e comporta, anche le scelte non volute da noi, come l’essere una paziente oncologica. Per quanto mi riguarda mi sono sempre chiesta in questi anni “se la malattia fosse paradossalmente un tempo nuovo per la mia vita”.

Ricordo ancora quando Dolores mi fermò nel corridoio del day hospital (Ospedale Oncologico Businco) e mi chiese se volessi partecipare a un nuovo progetto. Era l’aprile del 2012, eravamo poche ma unite dall’intraprendere un cammino, l’uno accanto all’altra, per non scordare di non essere sole e anche se il cancro stesse invadendo una parte del nostro corpo, a voce alta volevamo ricordare a noi stesse e alle nostre famiglie che non poteva invadere la NOSTRA IDENTITA’ e le NOSTRE VITE. Sono cresciuta con il Gruppo, con la credenza di non percepire la malattia come se fosse solo un intralcio ma un incontro di speranza per dare colore al presente e non ascoltare la parte non buona che il cancro implica. Cosa è avvenuto in questi sei anni? Sono nati legami, collaborazioni, sostegni, aiuti e partecipazioni. Abbiamo sviluppato progetti per ripartire come persone nel reagire e nel saper coltivare realtà diverse e farci portatrici di “vita diversamente sana”.

Tanti ci chiedono perché l’abbiamo chiamata Festa dell’Oncologia. La Festa è il culmine dell’anno sociale, tutto quello che dà spazio alla creatività e ai colori offerti dal gruppo come ricchezza per sè stessi e per chi sta accanto. Festa intesa proprio come ricorrenza nel ricordare a tutti i pazienti, i familiari, gli amici e gli operatori quanto lo stare insieme e vivere di emozioni, di colori e di tempo, quest’ultimo inteso come un contenitore caratterizzato dall’esigenza di comprendere quanto partecipare a momenti del semplice “star insieme” possano “saziare” i giorni no per poi trasformarli in giorni si.

Adattarsi alla malattia non deve essere un’accettazione passiva o una sottomissione, ma un atteggiamento flessibile che ci permette di salvare i nostri valori, cambiando sì la nostra quotidianità, ma senza farla sgretolare. Abbiamo imparato a vivere e abitare tutto lo spazio che esso consente senza pretendere di essere sempre al cento per cento, ma vivere anche la malattia come un tempo umano, non come un vuoto dal quale sfuggire ma come un tempo di vita.

Dunque così siamo arrivati al 26 maggio 2018, alla VII FESTA DELL’ONCOLOGIA. Quest’ anno il tema sarà “Se il curato è un curante”, dalle ore 16.00, presso Villa Tecla, via Rimini 29, Flumini di Quartu. Parleremo delle emozioni che vive un operatore sanitario, chiamato a vivere il cancro in prima persona o deve vivere il percorso di cura di un caro. Approfondiremo tre aspetti importanti: “la cura del cuore”, “la cura delle emozioni” e la “cura delle parole”. Vi aspettiamo! Claudia”.

Exit mobile version