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Le pazienti oncologiche di Cagliari fondano la squadra di calcetto e si inventano il terzo tempo, quello per le chiacchiere..

Le pazienti oncologiche di Cagliari fondano la squadra di calcetto e si inventano il terzo tempo, quello per le chiacchiere..

Sono un bel gruppo di ragazze agguerrite, perché abituate a lottare contro un nemico subdolo, il 13 maggio dell’anno scorso si sono messe in gioco per partecipare alla prima edizione di “Un calcio al cancro”. Alcune di loro non avevano mai dato un calcio a un pallone, da allora non hanno più smesso di giocare e hanno fondato la squadra “Insieme per caso”. E ora sono pronte per la seconda edizione di “Un calcio al cancro” che si terrà a Cagliari il 26 maggio.

 

Che l’esito favorevole del decorso di una malattia, anche molto grave, sia favorito da un atteggiamento mentale positivo, è ormai un fatto assodato e dimostrato dalla scienza. Che lo sport sia un’ottima medicina anche. Se poi si aggiunge una bella dose di amicizia e condivisione, il percorso verso la guarigione si abbrevia tanto. E questo le ragazze della squadra “Insieme per caso”, lo hanno sperimentato sulla propria pelle. Tutto nasce, appunto, per caso da una normale visita di controllo: Valentina Ligas, ex calciatrice, si trova allo IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano, il medico che la visita le racconta di una ragazza, Silvia Basso, dipendente dell’IEO che gioca a calcio. Le donne sono fatte così: due chiacchiere e fanno amicizia, altre due chiacchiere e si inventano un progetto, ancora due e lo mettono in pratica. Quindi, con la Fondazione Taccia, insieme al progetto “Mai più sole” due realtà importanti che sostengono le pazienti oncologiche in Sardegna, si organizza la prima edizione di “Un calcio al cancro”, una giornata dedicata al legame tra lo sport e la cura dei tumori femminili.

«Dovevamo organizzare un quadrangolare, quindi ci servivano tante giocatrici – racconta Valentina- così abbiamo cercato di coinvolgere anche ragazze che non avevano mai dato un calcio a un pallone, o addirittura che non avevano mai praticato uno sport». Il coraggio a queste donne non manca, così in tante si sono messe in gioco, e hanno cominciato ad allenarsi. In squadra ci sono anche oncologhe, psicologhe, terapiste, perché durante le cure delle malattie oncologiche si creano dei legami che spesso varcano i confini dell’ospedale per trasformarsi in amicizie durature. Il 13 maggio dell’anno scorso si disputa il quadrangolare e a dispetto dei luoghi comuni sulle donne che non sanno fare squadra e sulle donne e il calcio, le ragazze decidono che non vogliono fermarsi a quell’esperienza. «Ci sono ragazze come la nostra Sonia Aresu, convinta di non avere il fisico giusto – prosegue Valentina- che inizialmente erano scettiche e ora sono le nostre punte di diamante, altre come Laura Pinna che non ha voluto nemmeno aspettare di terminare la chemioterapia per disputare le partite».

La squadra che conta circa 25 giocatrici, ha deciso di chiamarsi “Insieme per caso” vista la circostanza fortuita per la quale si sono incontrate, ed è allenata gratuitamente da Paola Ferreli, ex allenatrice del Villamassargia. Al momento gli allenamenti si svolgono il martedì al campo San Carlo Borromeo in via Capula, ma l’Assessore allo Sport del Comune di Cagliari, Yuri Marcialis ha offerto alle ragazze della squadra l’uso del campo di via degli Stendardi, a Pirri, di cui prenderanno possesso appena avranno compiuto tutti gli adempimenti burocratici. «A quel punto ci alleneremo due volte a settimana. Abbiamo un grosso stimolo – confessa divertita Valentina- che si chiama terzo tempo: siamo donne e non ci bastano i due tempi convenzionali della partita, abbiamo bisogno di un tempo supplementare per le chiacchiere e i pettegolezzi. Ci teniamo così tanto al nostro terzo tempo che abbiamo anche organizzato un torneo il “Terzo Tempo Cup”».

E questo è proprio l’obiettivo di iniziative del genere: «Il nostro slogan è “La vita è tutto il resto”- spiega Albachiara Bergamini, referente per la Sardegna della fondazione Taccia- perché le pazienti oncologiche non devono interrompere la loro vita per affrontare la malattia, oltre la terapia, c’è tutto il resto che deve continuare, ci si può curare mentre si conduce una vita il più possibile simile a quella precedente alla diagnosi e se possibile anche più ricca». Con questo spirito è stata organizzata la seconda edizione di “Tumori femminili e sport: un calcio al cancro” che si svolgerà il 26 maggio a Cagliari. Di mattina al T Hotel si terrà dalle 8.45 una tavola rotonda sull’importanza dello sport come strumento per riprendere in mano la propria vita dopo una diagnosi oncologica, alla quale prenderanno parte medici, giornalisti e pazienti oncologiche. Nel pomeriggio invece dalle 16.30 presso l’impianto A.S.D. Calcio Newton si disputerà il torneo di calcio a 5 a partire dalle 16.30, saranno 6 le squadre in campo: Mai Più Sole Contro il Tumore Ovarico, Fondazione IEO-CCM, Karlis Pink Team, SoloWomen Run, Passu Passu, Insieme per caso.

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