Site icon cagliari.vistanet.it

Pint Of Science: la ricerca dell’Università di Cagliari per smascherare le truffe con i Bitcoin

Alcuni ragazzi parlano bevendo una birra all'University Cafe in occasione di Pint of Science

«Dopo gli scenari incerti che ci hai appena spiegato conviene davvero investire sui Bitcoin?» A parlare è uno dei tanti ragazzi presenti all’University Rock Cafe di Cagliari per la seconda serata del festival Pint Of Science. La rassegna, nata a Londra nel 2013 e giunta per la prima volta quest’anno in Sardegna, che mette in comunicazione i ricercatori universitari e gli appassionati di nuove tecnologie davanti a una pinta di birra. A rispondere alla domanda è Sergio Serusi, dottorando in Matematica e Informatica all’Università degli studi di Cagliari: «Come spesso accade con le nuove tecnologie, anche se ormai i Bitcoin sono una realtà abbastanza consolidata, bisogna sempre prestare la massima attenzione quando si fa un investimento, anche perché le truffe sono dietro l’angolo».

Ma prima di iniziare a spiegare quali sono le truffe legate ai Bitcoin descritte da Sergio Serusi dobbiamo fare un passo indietro: cosa sono i Bitcoin? Si tratta di una moneta virtuale, o criptovaluta, nata nel 2009. L’inventore di questa moneta ha un’identità sconosciuta ma è noto al mondo con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Essendo presente solo online non è soggetta al controllo delle banche ma ogni transazione viene autorizzata dalla Blockchain, catena di blocchi in italiano, che riassunta in maniera molto semplificata può essere descritta come un sistema di verifica delle transazioni. Nonostante non sia presente nel mondo analogico con i Bitcoin possiamo comprare oggetti reali e scambiarli con altre valute. Non sono l’unica moneta virtuale disponibile in Rete ma sono quella con il valore di cambio più forte nei confronti di dollaro ed euro.

Quali sono allora gli scenari negativi di cui abbiamo parlato all’inizio e che potrebbero allontanare gli utenti dall’investimento sui Bitcoin? Come spiega Sergio Serusi investire nei Bitcoin conviene ma prima di dare i nostri soldi in mano a qualcuno per ricevere in cambio delle critpovalute dobbiamo stare attenti alle truffe. Ne esistono di diversi tipi, per esempio esistono falsi siti di scambio che ci rubano i nostri soldi ma in cambio non ci danno nessun Bitcoin. Oppure esistono dei particolari virus informatici che possono infettare i nostri computer per generare Bitcoin con la potenza di calcolo del nostro PC. Sì perché, spiegato in parole povere, per generare Bitcoin basta la potenza di calcolo di un computer, ma ce ne vuole tantissima. E infine esistono le truffe più pericolose, i cosiddetti schemi Ponzi. Si tratta di una sorta di Catena di Sant’Antonio dove alle persone che accedono viene richiesta un investimento in denaro che verrà ampiamente ripagato in futuro. Il problema è che come lo schema raccoglie i soldi dagli utenti la truffa viene messa in atto e gli autori scompaiono con i soldi delle persone che hanno provato a investire. Gli schemi Ponzi vengono utilizzati non solo per i Bitcoin ma anche per moltissime altre truffe.

Come possiamo dunque difenderci da queste truffe se intendiamo investire sui Bitcoin? Sergio Serusi e i ricercatori del corso in Matematica e Informatica dell’Università degli studi di Cagliari hanno realizzato dei particolari algoritmi che vanno ad analizzare le varie offerte di investimento sui Bitcoin presenti in Internet. E grazie a delle verifiche incrociate sugli indirizzi dei Bitcoin presenti nell’offerta riescono a informare l’utente se si tratta di una truffa oppure se è un sito affidabile per acquistare le criptovalute. Nell’attesa di poter utilizzare questi algoritmi anche direttamente da un’applicazione Sergio Serusi consiglia ai cagliaritani e ai sardi interessati a investire sui Bitcoin di guardare sempre i feedback dei vari siti che offrono monete virtuali su Google e in Internet. Per capire se possiamo fidarci oppure se altre persone hanno avuto delle pessime esperienze con quel particolare sito web.

 

Exit mobile version