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Davide Pils e il “baratto creativo”: un murale per 365 pizze

writer davide pilloni al lavoro

Pils Davide Pils. L'artista impegnato in un recente lavoro

“Realizzo murale in pizzeria asseminese in cambio di 365 pizze con aggiunta. Voglio la fornitura annuale in spensieratezza. Vado, ordino, mangio e non pago, per un anno, il top. Pils è pro baratto“. Ecco il post pubblicato su Facebook lo scorso 5 maggio da Davide Pils, muralista asseminese noto ormai nel panorama artistico sardo per le sue imponenti opere e indiscutibile talento, oltre che, come si è visto e letto, per il suo forte senso dell’ironia.

Foto Piero Farci

Ma la proposta tutto era tranne che uno scherzo: a pochi giorni dal post infatti, eccone un altro. “Signori, dato che la questione 365 pizze in cambio di un murale ha fatto sorridere, posso confermarvi con estrema gioia che la Pizzeria I 4 Venti ha accettato la mia proposta di baratto. A breve decideremo i soggetti da rappresentare e le dimensioni del lavoro, dopo di che .. se magna!”. Insomma, una pizzeria asseminese ha accettato l’offerta.

Se ai più la cosa può suonare strana non dimenticate che il baratto è la forma primordiale di economia. Solo al 620 a.C. (la data divide ancora gli storici) sarebbe attribuita l’invenzione della moneta e qualcuno comincia a pensare che lì siano cominciati i guai…La risposta alla crisi economica galoppante, e che sta contagiando una ad una le principali potenze, potrebbe essere il baratto? Forse no, almeno per adesso, ma le iniziative di “swapping”, per dirla all’inglese, di scambio di beni e servizi sono in fortissimo aumento anche in Sardegna e non sono solo la spia del progressivo impoverimento o della corsa al risparmio ma anche di un rifiuto etico del consumismo e del principio che debba essere l’economia a regolare le relazioni umane.

Se un tempo il dare e avere arte e accoglienza, non tornando indietro oltre al ‘900, era una prerogativa del famoso Chelsea Hotel di Manhattan, meta di soggiorno della Beat Generation, dove Jack Kerouac scrisse On The Road, dove soggiornarono William Burroughs, Gregory Corso e Allen Ginsberg, per dirne alcuni, senza contare Mark Twain, Arthur Clarke, Leonard Cohen, Arthur Miller, Patti Smith, Iggy Pop, Édith Piaf,  Andy Warhol e Jackson Pollock; oggi anche Assemini può dire la sua. L’iniziativa ci sembra lodevole, sana e molto valida. Davide Pils si mangerà le sue 365 pizze: e ora chi gli offre la birra?

 

 

 

 

 

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