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“Uno sguardo alla terra” il documentario di Peter Marcias, proiettato ieri a Cagliari

“Uno sguardo alla terra” il documentario di Peter Marcias, proiettato ieri a Cagliari

 

Ieri al cinema Odissea di Cagliari è stato presentato il documentario di Peter Marcias “Uno sguardo alla terra”. Nel film, il regista invita 8 tra i più importanti documentaristi del mondo, dopo aver mostrato loro “Un pugno di terra” il poetico documentario sulla Sardegna degli anni ’60 di Fiorenzo Serra, a una riflessione su quale debba essere lo scopo dei documentari. La proiezione dedicata a Manlio Brigaglia scomparso proprio ieri.

 

Nel 1962 il Parlamento Italiano approvò il Piano di Rinascita per la Regione Sardegna. Un pacchetto imponente di misure legislative mirate a frenare l’emigrazione sarda e la sua crisi economica con interventi nella realtà agropastorale e investimenti sull’industrializzazione. Non tutta la politica dell’epoca condivise l’iniziativa che prevedeva un consistente impegno di risorse economiche. La Regione Sardegna intendeva dimostrare l’utilità del progetto di Rinascita, così commissionò a Fiorenzo Serra un documentario che mostrasse al resto d’Italia le reale condizione della Sardegna e legittimasse il Piano di Rinascita. Con “L’ultimo pugno di terra” Serra, però presentò il documentario in chiave dubbiosa e poco ottimista. I committenti non gradirono l’opera di Serra e così “L’Ultimo Pugno di Terra” fu smontato per realizzare dei documentari più brevi che vennero proiettati nelle sale. 10 anni fa il documentario di Serra è stato restaurato.

Marcias ha proposto a 8 registi di documentari, provenienti da tutto il mondo, Vincenzo Marra, Brillante Mendoza, Wang Bing, José Luis Guerín, per citarne alcuni la visione del documentario partendo dallo stile di Serra, quello di una narrazione assolutamente realistica, ha chiesto loro di fare una riflessione sul senso, sull’obiettivo che deve prefissarsi il documentarista. “L’ultimo Pugno di Terra” comincia col racconto leggendario sull’origine della Sardegna: Dio lancia in mezzo al mare l’ultimo pugno di terra rimastogli dalla creazione del resto del mondo e lo schiaccia con il piede creando l’Isola. Ma questo è l’unico elemento fantasioso di tutto il documentario. Siamo nel 1965 e Serra offre un ritratto della Sardegna, profondamente veritiero, la bellezza dei luoghi, la povertà della gente, la vita dura dei minatori, l’arretratezza della condizione femminile, la barbarie della faida, ma anche il legami familiari fortissimi, le feste, le tradizioni, il dolore di chi è costretto a partire in cerca di lavoro.

Il documentario sembra moderno, nonostante la tecnologia dell’epoca, e offre uno spaccato veritiero e senza commenti che spingano lo spettatore a formulare giudizi diversi o fuorvianti rispetto a ciò che vede. Ed è esattamente questo secondo i documentaristi, che hanno espresso lo stesso pensiero all’unanimità, l’obiettivo di un documentario: raccontare la realtà, senza filtri o artifici, in modo che lo spettatore possa conoscere qualcosa che ignorava così com’è veramente. Se poi la visione del documentario ha contribuito a migliorare le condizioni anche soltanto di una persona, il documentarista può ritenersi soddisfatto. E Peter Marcias condivide pienamente l’opinione dei suoi colleghi:«Secondo me il documentario deve attenersi rigorosamente alla realtà- ha spiegato il regista- deve fornire allo spettatore una visione che gli consenta di formulare un suo giudizio senza subire l’influenza di interpretazioni esterne». Sono passati quasi 60 anni da quando Serra ha realizzato il suo documentario, ma alcuni aspetti della vita dei sardi non sembrano essere cambiati, uno per tutti, i viaggi in cerca di lavoro. «Cosa è cambiato? Io credo che il volto dei sardi e la loro passione sia sempre la stessa- afferma Marcias- viaggio molto in giro per la Sardegna, le facce che incontro sono le stesse che incontrava Fiorenzo Serra, i luoghi sono cambiati, ci sono ancora tantissimi problemi però un po’ la Sardegna è cambiata». Al termine della proiezione il regista ha ricordato Manlio Brigaglia, lo storico scomparso proprio ieri, collaborò con Serra per la scrittura del documentario e ha collaborato anche con Marcias per la realizzazione di “Uno sguardo alla Terra”.

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