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Due discipline tutte sarde, Sa Murra e S’istrumpa, concludono le manifestazioni legate a Sa Die de sa Sardigna

Due discipline tutte sarde, Sa Murra e S’istrumpa, concludono le manifestazioni legate a Sa Die de sa Sardigna.

 

 (VIDEO) Questa sera all‘Exmà di Cagliari, con le esibizioni dei “Murradores” e dei lottatori de S’istrumpa, oltre che i balli e i canti tradizionali della Sardegna, si è conclusa all’insegna de “Sa Limba”la giornata de Sa Die de sa Sardigna. Presentatori e ospiti si sono espressi esclusivamente in sardo durante l’intero spettacolo, in coerenza con gli eventi della mattinata.

Il ritmo cadenzato della voce dei giocatori di Morra con la sua musicalità inconfondibile, echeggiava nell’ampio cortile dell’Exmà, questa sera: “Chimbe, battero, ello!”. Gli abilissimi “Morradores” dell’associazione “Sociu po su hocu de sa murra”, di Urzulei, si sono esibiti nelle accese e incalzanti competizioni, per documentare una tradizione che in Sardegna è ancora molto viva, mentre in altri paesi del Mediterraneo sta scomparendo. Ed è anche grazie all’attività di associazioni come quella di Urzulei che la tradizione si mantiene viva «noi cerchiamo di valorizzare questo gioco – spiega Fabrizio Vella, il presidente dell’associazione- partecipando a competizioni che si svolgono in tutto il bacino del Mediterraneo, quest’anno andiamo in un paesino vicino a Nizza dove si disputerà una sorta di campionato che organizziamo ogni anno in un posto diverso». Sono circa 20 le associazioni che partecipano, provenienti da Corsica, Spagna, Croazia, Slovenia, ma anche da Val D’Aosta e Trentino. Ogni paese gioca una Morra con caratteristiche simili, tuttavia ognuna ha delle peculiarità specie nella musicalità determinata dal ritmo che ciascun giocatore è abituato a impostare nel proprio modo di giocare.

                                   

«La morra è un gioco particolare racconta Vella – è stato studiato da molti esperti, in questo momento viene studiato anche negli Stati Uniti: gli esperti vogliono capire quali meccanismi della mente, vengono attivati quando si gioca a sa murra». E proprio per gli effetti positivi che ha sui bambini, il gioco della morra viene insegnato nelle scuole. Il gioco oltre ad allenare la mente, infatti aiuta i bambini a superare la timidezza e l’insicurezza, oltre che a mantenere a lungo la concentrazione. Così come in alcune scuole, durante l’ora di educazione motoria è stato sperimentato l’insegnamento de S’istrumpa. Uno sport tutto sardo, che vuole essere riconosciuto ufficialmente dal CONI. Questa sera quattro giovani lottatori si sono esibiti per il pubblico sui materassini, anche se non bisogna dimenticare che un tempo S’istrumpa non si praticava nelle palestre, ma in campagna, sulla nuda terra spesso in mezzo ai sassi e alla fine della gara, i lottatori non ne uscivano proprio interi. Dall’84 esiste un gruppo di appassionati che cerca ricuperare e diffondere la pratica di questo sport. «abbiamo visto che l’insegnamento de s’istrumpa nelle scuole- ha affermato Giampiero Columbu, di Ollolai, portavoce del gruppo- ha riscosso grande successo, soprattutto tra le ragazze».

All’inizio dell’incontro i lottatori si stringono la mano, ma ha spiegato Columbu: «qualche trucchetto c’è, per esempio spingere le nocche con forza nella schiena dell’avversario per fargli inarcare la schiena e quindi fargli perdere l’equilibrio, oppure premere con forza il mento sulla spalla dell’altro, perché provoca molto dolore e spinge a mollare la presa». Le due discipline quindi stasera sono state dimostrate al pubblico con lo scopo di farle conoscere e diffondere, in quanto caratteristiche della nostra tradizione e proprio come sa limba che oggi l’ha fatta da padrona, sono elementi che uniscono ed esaltano il senso di appartenenza alla propria cultura

 

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