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(FOTO) Tytonidae e Madamalour, le due giovani sorelle cagliaritane che creano abiti sartoriali unici

Madamalour e Tytonidae

L’essere sorelle, avere una forte unione, significa a volte condividere passioni e menti. Ne sono il perfetto esempio Giulia e Valentina, due sorelle cagliaritane che, grazie alla loro creatività, collaborano ogni giorno nella creazione di nuovi pezzi d’arte. Giulia, in arte Tytonidae, si occupa di illustrazione. È grazie alle sue stampe che sua sorella Valentina, meglio conosciuta come Madamalour, porta alla luce un prodotto particolare, rendendo creazioni sartoriali un “semplice” disegno. Insieme riescono a dare un tocco particolare a loro prodotto, i loro abiti sono infatti il giusto connubio fra classico e moderno con soggetto la flora e la fauna nostrana, quasi come un inno alla Sardegna.

Presentatevi e parlateci di voi.

Siamo Giulia e Valentina, due sorelle di 25 e 30 anni e viviamo a Cagliari. Nonostante la differenza di età abbiamo un rapporto molto affiatato, infatti ci siamo ritrovate per puro caso ad unire le nostre competenze e a lavorare a un progetto comune.

Da dove è nata la vostra passione e come è nato il progetto combinato fra Madamalour e Tytonidae?

Valentina: Ho frequentato il Liceo Artistico con indirizzo “Grafica Editoriale” e da circa una decina d’anni lavoro sotto questo ambito. L’amore per l’illustrazione è arrivato frequentando un corso alla Accademia di Belle Arti di Sassari. Successivamente ho continuato a lavorare per migliorare e sperimentare nuove tecniche.

Giulia: Ho sempre avuto il pallino per la sartoria e ho frequentato diversi corsi per imparare e migliorare a cucire. Non è stato difficile entrare in sintonia con Valentina. Lavorando vicine anche se su ambiti diversi, è bastato poco unire le proprie capacità e portare avanti un progetto comune, come quello di creare una linea di abbigliamento e di accessori con texture delicate e originali.

Curiosità sui vostri nomi d’artista, perché e come sono nati?

Giulia: Il nome Tytonidae nacque quando tempo fa partecipai a un concorso dedicato agli “amigurumi” (pupazzi realizzati all’uncinetto). Realizzai un barbagianni marinaio. Mi affezionai subito al personaggio, così divenne il mio spirito guida creativo, nonché il mio logo.

Valentina: Madamalour è un gioco di parole, nato per puro caso e creato da un mio amico. “Lour” è la scomposizione delle lettere del mio cognome con l’aggiunta di “Madama” per non prendermi troppo sul serio.

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 Madamalour e Tytonidae 10  

Qual è la cosa che più vi da ispirazione durante la progettazione di un vostro pezzo?

La natura è la grande protagonista del nostro lavoro: la flora e la fauna che cerchiamo di portare nei nostri lavori molto probabilmente deriva dall’abitare in una terra dove basta fare due passi e sei subito a contatto con essa. Lunghe passeggiate nei parchi, nei boschi, passare da una costa all’altra, ci permette di riflettere e trovare la giusta ispirazione per i nostri progetti. Amiamo lo stile e il design degli anni 50. La maggior parte degli abiti quali gonne a ruota, sotto gonne vistose, abiti svolazzanti, riprendono le linee della moda di quegli anni. A questo si aggiunge l’amore per il Giappone e le sue tradizioni.

Come vi sentite a opera finita ?

Soddisfatte e cariche per iniziare un nuovo pattern/modello.

I vostri soggetti e pezzi preferiti ? Avete una vostra linea di punta ?

Le Wild Jacket (i giubbini selvatici) hanno riscosso un discreto successo nella collezione di questa primavera/estate. Anche le gonne a mezza ruota, semplici e pratiche da indossare con una semplice t-shirt e delle sneakers. Possiamo darvi un’anticipazione: nella seconda parte della collezione di questa stagione lanceremo un nuovo modello: le “Bon bon”. Saranno un esclusiva disponibile da Recyclerie a Cagliari.

Che significa avere un partner lavorativo col quale collaborare, sopratutto nel vostro caso, dato che siete sorelle?

(Risata da parte di entrambe) Significa molto perché fin da piccole abbiamo sempre collaborato. Da grandi ci siamo ritrovate a lavorare in questo campo casualmente, senza difficoltà e con reciproca fiducia nel lavoro dell’una e dell’altra. Indubbiamente le discussioni non mancano, ma finiscono per essere sempre costruttive al fine di creare e perfezionare nuove idee.

Il momento più emozionante durante la vostra carriera?

Quando pubblichiamo un nuovo capo di abbigliamento o una nuova texture l’emozione si fa sempre sentire, è un momento importante in cui mettiamo in gioco la nostra idea e attendiamo la risposta del nostro pubblico. Non si riduce quindi ad un unico momento ma all’unione dei singoli.

Come viene visto la professione dell’artista in Sardegna ?

Valentina: In Sardegna lavorare come artista richiede molto più impegno e coraggio. Non si tratta solo per un fatto puramente geografico, non è solo l’essere circondati dal mare che porta a sentire una sensazione di blocco generale, ma per esperienza personale è capitato di scontrarmi con istituzioni dalla mentalità bigotta e burocrazia insofferente e lenta. L’essere artista è un modo di essere, di comunicare, di condividere con gli altri la propria visione dell’esistenza, creando quel meccanismo di sensazioni che nasce in ognuno di noi. Non esiste scuola che possa insegnarlo se a mancare è il talento, perché “artisti” si nasce. Molti dei miei coetanei hanno deciso a malincuore di emigrare per trovare occasioni migliori, una decisione che seppur rispetto, non condivido: al di là di tutte le difficoltà che possono nascere credo sia importante rimanere e rimboccarsi le maniche, per valorizzare e contribuire alla crescita della mia terra. C’è un movimento di artisti che non si arrende, che crede nei propri ideali e che contribuisce a creare le fondamenta per le generazioni future.

Avete un sogno nel cassetto?

Aprire un Atelier tutto nostro sarebbe fantastico. Collaborare con grandi marchi. Viaggiare per poter mettere a punto nuove tecniche e creare nuove linee di abbigliamento.

 

 

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