(VIDEO) La Sardegna del 1953, quando corallo e aragoste abbondavano e l’Aga Khan non era ancora arrivato
In questo video costumi, tradizioni e soprattutto luoghi della Sardegna dei primi anni '50. Bosa, Laconi, Nuoro, il Campidano, e Cagliari bellissima con la sua Torre dell'Elefante, San Saturnino e l'ingresso dei Giardinetti Pubblici, e poi Alghero e Sassari. La domanda nasce spontanea: come mai con questo capitale non siamo diventati ricchi?
Questo breve, ma bellissimo documentario di Ubaldo Magnaghi sulla Sardegna del 1953, dell’Istituto Luce è intitolato “Viaggio in Sardegna” e introduce l’Isola descrivendola come la terra del miele amaro.
E in effetti a guardare quelle immagini non si può fare a meno di chiedersi come mai non abbiamo saputo sfruttare e ancora oggi stentiamo a farlo, un capitale naturale dal potenziale enorme.
I colori vivaci, la storia millenaria, la natura di cui ancora oggi almeno in parte disponiamo. “Carne e pesce sulle tavole affinché il gusto della vita sia pieno”, recita la voce narrante del 1953. La Sardegna forniva tutto quello che sarebbe servito per creare la più importante industria turistica del mediterraneo, invece noi abbiamo cercato di impiantare industrie, raffinerie, abbiamo lasciato che gli affari li facesse il principe Aga Khan, o il meno nobile Briatore, e magari adesso ci prendiamo anche le scorie nucleari. Questo breve documentario non si dovrebbe guardare con nostalgia,ma con un obiettivo esame di coscienza, siamo descritti come un “fiero popolo chiuso”, ma si dovrebbe aggiungere, “totalmente privo di fiuto per gli affari”. Comunque non tutto è perduto, a parte la Torre dell’Elefante che nel 1953 non era stata ancora bucherellata, gran parte di quel capitale c’è ancora. Siamo ancora in tempo mettere a frutto questo meraviglioso capitale che è la Sardegna.
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