La Dinamo Sassari va a conquistare due bei punti in casa della Flexx Pistoia: 80-69 il risultato finale al termine di una gara in cui si è vista una compagine biancoblù diversa dal solito. Era da tanto infatti che non si vedeva una squadra così aggressiva e organizzata in fase difensiva, anche a costo di sommare i falli ma con la certezza di garantirsi un sicuro ribaltamento di campo per andare a canestro. All’inizio un po’ contratto ha fatto da oppositore un secondo tempo magistrale, con Polonara e Hatcher che prima hanno firmato il sorpasso e poi hanno trascinato i compagni a mantenere saldo il vantaggio anche in doppia cifra. Per la prima volta si è notata anche una certa propensione all’interpretazione di un ruolo preciso, dove tutta la rosa potesse essere protagonista sfruttando le proprie caratteristiche. La cura Markovski inizia a mostrare i propri spiragli e pare proprio possa dare buoni risultati.

CRONACA.
Dinamo Sassari che scende in campo con Stipcevic, Bamforth, Bostic, Polonara e Jones. Bene l’avvio di Pistoia con Ivanov e Laquintana che siglano un 5-0 iniziale, risponde Bamforth dall’area e Bostic con una tripla. Male Jones che esce per falli, sfida dall’arco tra Mian e Bamforth, quindi Ivanov e Moore infilano il 18-10 che costringe Markovski a chiamare time out. Stoppata di Polonara su Magro, bomba di McGhee su una palla persa da Bamforth mentre Magro costringe ancora la panchina sassarese ad una sospensione per evitare la fuga avversaria. Non cambia molto al rientro in campo, ma c’è una piccola speranza data dalla vitalità di Hatcher che firma una tripla ma De Rosa non fallisce dalla lunetta e siamo sul 26-17. Botta e risposta tra Ivanov e Hatcher sul finale di primo quarto, si sblocca Polonara su assist di Spissu, ora Markovski oppone un quintetto piccolo che sembra dare i suoi frutti. Bomba di Tavernari per il – 4, qualche palla persa incide sul morale dei biancoblù e allora arriva un’altra sospensione. Gaspardo si rivela un crack e va a schiacciare, si sveglia Bamforth ma l’attacco sassarese smette di funzionare e Moore segna il 36-26. Planinic non riesce a frenare Magro, Bamforth e Stipcevic fanno risalire la Dinamo a poco a poco grazie anche ad una certa perfezione dai liberi. Bene anche Mian sempre dalla lunetta, gli ultimi secondi del quarto non sono fortunati per nessuna delle due squadre: Pistoia avanti all’intervallo per 40-32.

Inizio di terzo quarto scoppiettante tra le due squadre, Bostic e Mian segnano dall’arco mentre McGhee prova a tenere i suoi sulla doppia cifra. Tripla di Polonara per il 42-49, Stipcevic e Hatcher si intendono e la Dinamo conquista il – 3, sospensione Pistoia. McGhee costringe a sua volta Markovski a chiamare il time out, si accende Hatcher e arrivano le due triple per il sorpasso sul 56-53. Altri cinque punti per Hatcher, Gaspardo guadagna un potenziale gioco da tre punti. In avvio di ultimo periodo, Polonara va per la bomba del 64-56; il fallo tecnico di Bostic consente ai padroni di casa di riavvicinarsi a piccoli passi, Jones non sbaglia dalla lunetta e aggiunge una gran schiacciata su assist di Spissu. Sbaglia McGhee invece la sua schiacciata, Polonara infila la tripla e subito Gaspardo rintuzza. Tripla di Moore del 71-65, risponde Bostic e nel finale la Dinamo tiene con Planinic e si porta a casa la vittoria per 80-69.

TABELLINO.
Pistoia Basket 69 – Dinamo Banco di Sardegna 80

Pistoia. Della Rosa 4, McGee 10, Barbon, Mian 10, Gaspardo 13, Onuoha, Querci, Bond, Magro 5, Moore 12, Ivanov 9. All. Vincenzo Esposito.

Banco di Sardegna. Spissu, Bostic 16, Bamforth 14, Planinic 4, Devecchi, Pierre, Jones 7, Stipcevic 3, Hatcher 20, Polonara 13, Picarelli, Tavernari 3. All. Zare Markovski

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.