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Immigrazione, dopo 9 mesi senza sbarchi l’accoglienza in Sardegna diventa virtuosa: 1200 sardi hanno trovato lavoro con i migranti

La Sardegna è entrata in una fase virtuosa dell’accoglienza dei migranti. A dirlo è l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu. Al momento sull’isola ci sono circa 4.446 migranti. Di questi 4.146 sono ospitati nei 143 Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) dislocati su tutta la Regione, mentre quasi 300 richiedenti protezione internazionale già vive all’interno degli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). L’assistenza, l’integrazione e l’accoglienza di questi migranti al momento dà lavoro a oltre 1.200 giovani sardi.

«Grazie ai recenti 9 mesi senza sbarchi – ha dichiarato l’assessore Spanu – abbiamo potuto gestire con maggiore tranquillità l’emergenza migranti in Sardegna. I vari accordi internazionali con la Libia e con gli altri paesi di provenienza dei richiedenti protezione internazionale, come l’Algeria, ci hanno permesso di rendere più virtuoso il sistema d’accoglienza». Al momento la ridistribuzione dei migranti nell’isola è questa: 1.812 nella Provincia di Cagliari, 1.577 in quella di Sassari, 454 a Nuoro e 303 nell’oristanese

Ma qual è la prassi per un migrante che arriva nel nostro Paese? Dopo lo sbarco i richiedenti protezione internazionale vengono schedati attraverso delle foto segnaletiche. Quindi si passa alla profilassi sanitaria e infine le persone vengono redistribuite sul territorio nazionale nei CAS. Che si suddividono in strutture per adulti e strutture per minori non accompagnati. Nei Centri di Accoglienza Straordinaria i migranti aspettano la conferma per poter rimanere nel nostro Paese e poi una volta ottenuta (in Italia la percentuale è del 36% dei richiedenti) vengono trasferiti negli SPRAR. I centri dove viene facilitata l’integrazione sociale del migrante grazie a corsi di studio, ricerca del lavoro e attività sportive e culturali. Gli SPRAR sono finanziati sia dalle regioni, che dal governo nazionale che dall’Europa.

«In Sardegna – fa sapere Spanu – al momento gli SPRAR attivi sono 17. Non tutti però sono pieni. Su oltre 400 posti a disposizione solo 250-300 sono occupati. L’obiettivo della Regione è rendere ancora migliore l’attività sul territorio degli SPRAR. Per aumentare il numero di sardi che lavorano nell’ambito dell’accoglienza e dell’integrazione». Al momento tra i 1.200 sardi che lavorano con gli immigrati ci sono prevalentemente psicologi, mediatori culturali, assistenti sociali e amministrativi.

Una menzione particolare va fatta per i minori non accompagnati. La Sardegna è una delle regioni italiane che ospita più minori, circa il 30% del totale. Al momento c’è stata una redistribuzione e i migranti soli e non maggiorenni sono meno di mille. Ma ci sono stati comunque dei problemi per la loro accoglienza, specie nel sassarese, dove il soprannumero ha costretto a una loro temporanea residenza nei CAS per adulti. la Regione però ha già stilato due bandi, uno per la fascia d’età tra i 16 e i 18 anni e uno per quella tra i 18-25 anni, per aiutare l’inclusione sociale dei migranti più giovani. Il bando è rivolto a tutti i giovani, non solo ai richiedenti protezione internazionale, ma anche ai ragazzi sardi.

Per quanto riguarda invece la gestione e la messa in sicurezza dei migranti non ritenuti idonei allo status di rifugiato entro 6-8 mesi aprirà a Macomer il CPR. Un centro di accoglienza di massimo 100 posti pensato per i clandestini in arrivo dall’Algeria.

La Regione ha anche ultimato l’aggiornamento del proprio sito con una sezione dedicata interamente al mondo dei migranti. L’indirizzo è: http://www.regione.sardegna.it/flussimigratorinonprogrammati/. Al momento il portale è solo in italiano ma a breve verrà tradotto in inglese, francese e arabo. Sul sito i cittadini potranno verificare i soggetti dell’accoglienza e monitorare i vari progetti di inclusione sociale. Ma il portale sarà anche un punto informativo per i migranti stessi con notizie sul lavoro, l’istruzione e informazioni utili per la vita di tutti i giorni (Roberto Pinna).

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