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Sa Chida Santa in Sardegna: ad Alghero l’emozionante rito del Desclavament

Alghero, il Desclavament, i Varons - Fonte www.sardegnaturismo.it

Terra dal profondo sentimento religioso, ancorata ai riti di un passato divenuto ormai immortale, tutta l’Isola è in fermento per le celebrazioni che scandiscono la settimana più attesa e vissuta dal popolo sardo, “Sa Chida Santa”. Dalla costa sino ai borghi dell’interno, durante la Settimana Santa, tutti i centri isolani si uniscono in un unico e ricco percorso spirituale, dove storia, fede, tradizione e identità culturale fanno da guida. Da secoli, qui, processioni e pratiche solenni ricreano straordinari momenti di fede comunitaria che preparano il corpo e lo spirito ad un’esperienza senza eguali. Sebbene tutte siano capaci di incantare e ammaliare, tra le celebrazioni della Settimana Santa più affascinanti della Sardegna, quelle di Alghero occupano certamente un posto speciale. Qui, i giorni che precedono la Pasqua sono la “Setmana Santa de l’Alguer” e i riti che li caratterizzano parlano rigorosamente catalano: tappa dopo tappa, nella città del corallo, le celebrazioni si susseguono in un crescendo di emozioni che raggiungono l’apice il Venerdì Santo, sfociando nel momento più alto e suggestivo, quello del Desclavament, lo schiodamento e la deposizione del Cristo dalla croce.

La “Setmana Santa de l’Alguer” è uno dei momenti più salienti e coinvolgenti dell’anno, in cui l’intera comunità si riappropria del suo antico passato, per la verità, mai dimenticato. Dal Venerdì di Passione (il venerdì che precede la Domenica delle Palme) alla Domenica di Pasqua,  Alghero sfoggia fiera la sua storica identità, che proprio in questa occasione si sprigiona in tutta la sua magnificenza. Qui, la spettacolare rievocazione della passione, morte e risurrezione del Cristo celebra la fede popolare che conserva prepotente la sua impronta catalana, impressa secoli addietro e custodita gelosamente dalla città. Ad Alghero, va in scena una festa barocca in cui suoni antichi si odono sulla scia di silenziose preghiere, recitate in una lingua lontana: riecheggia tra i vicoli stretti della città medievale, mentre fioche fiaccole rosse sfilano lente, illuminandoli.

Alghero, il suggestivo rito del Desclavament – Fonte www.sardegnaturismo.it

La “Setmana Santa de l’Alguer” ha una storia antica che comincia al principio del XVII secolo, con un naufragio: all’epoca la città era ancora una roccaforte spagnola e fu nel 1606 che il mare consegnò agli algheresi il Cristo ligneo di Alicante, trasportato dal veliero Santa Maria di Montenero che, diretto a Genova, naufragò a causa di una forte tempesta. Il simulacro, raffigurante il Cristo in croce, è un’opera lignea dalle braccia mobili di fattura spagnola, risalente alla fine del Cinquecento. Considerato un prezioso dono di Dio, “El Sant Crist de la Misericòrdia” divenne oggetto di venerazione popolare e protagonista assoluto dei riti. Custode del magnifico simulacro, nonché regista della Settimana Santa algherese, è la storica Confraternita del Gonfalone della Misericordia, i cui membri, i Jerman Blancs (i fratelli bianchi), ancora oggi mantengono vivo il ruolo di organizzatori dei riti.

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 Sa Chida Santa in Sardegna: Alghero, il rito del Desclavament 13  
A cominciare dal Giovedì di Passione che da il là al susseguirsi delle cerimonie, le notti algheresi sono animate da struggenti processioni, in cui i confratelli e i fedeli attraversano la città, uniti ai membri delle Confrarìas di incappucciati che, magnifici nei loro costumi d’epoca, arrivano da tutta la Catalogna per rendere omaggio al Cristo di Alicante: per la loro unicità, gli eventi religiosi di Alghero richiamano, infatti, migliaia di fedeli provenienti non solo dalla Sardegna, ma anche dall’Europa e, specialmente, da altre comunità catalane. Durante le celebrazioni, uomini, donne (vestite rigorosamente di nero in segno di lutto) e bambini procedono in fila con i Jerman Blancs e i confratelli spagnoli: un silenzio penetrante li accompagna, interrotto solamente dalle preghiere, dai canti in lingua catalana e dai “gosos”, antichi canti in lingua sarda, mentre i “farols”, le candele avvolte da cartocci rossi, ricreano uno scenario struggente e drammatico, reso ancora più suggestivo dai bagliori emanati dai lampioni della città che, per l’occasione, sono avvolti da drappi rossi.

Alghero, momenti del Venerdì Santo – Fonte www.sardegnaturismo.it

Alghero, il rito del Desclavament, tenaglie e martello – Fonte www.sardegnaturismo.it

Questo è il modo in cui si svolge l’intera “Setmana Santa”, intense giornate in cui fede, devozione, dramma e passione, regnano. La processione dell’Addolorata del Giovedì di Passione, quella dei Misteri del Martedì Santo, e le cerimonie de “las Cerques” e de “l’Arborament” del Giovedì Santo, sono i riti più interessanti, ma è durante il venerdì, con la riproposizione dell’attesissimo rito del Desclavament, che le celebrazioni rapiscono l’anima: una coinvolgente commozione in cui “El Sant Crist de la Misericòrdia” è compianto dall’intera comunità.

Alghero, Il Desclavament, il simulacro della Madonna Addolorata – Fonte www.sardegnaturismo.it

Il rito comincia al tramonto, dopo la cerimonia dell’adorazione della Croce, conosciuta dal popolo come “missa fugi fugi”. Dalla chiesa della Misericordia, un lungo corteo si muove alla volta della cattedrale di Santa Maria, portando con sé gli strumenti necessari allo schiodamento del Cristo dalla croce, tra cui le due scale. Al corteo processionale prendono parte anche la statua dell’Addolorata e quella di San Giovanni, seguiti dal feretro in cui sarà deposto il corpo del Cristo, un’opera in stile barocco decorata in oro zecchino che i fedeli chiamano “bressol”, culla: il feretro è trasportato dai “Varons” (baroni), quattro confratelli vestiti dell’antico costume siriaco, con una lunga tunica e un turbante. Insieme a loro, sfilano anche nove bambini che trasportano, su vassoi d’argento, gli strumenti della sofferenza del Cristo e quelli necessari al Desclavament: tre martelli, tre tenaglie e due fasce per sorreggere il simulacro; solo un vassoio è vuoto, poiché servirà a contenere i chiodi della crocifissione. Giunti in cattedrale, ciascun personaggio del corteo si colloca al suo posto: la statua della Madonna Addolorata a destra, quella di San Giovanni a sinistra, e i quattro “Varons” ai piedi della croce. Un sermone scandisce i momenti più salienti degli ultimi giorni di vita di Gesù e dà l’incipit al rito: spetterà ai “Varons” compierlo, mentre la folla assiste in un sacro raccoglimento. Due sulle scale e due ai piedi del simulacro, i baroni procedono a liberare il corpo del Cristo – prima dalla corona di spine, poi, dai chiodi – e a deporlo sul “bressol”: lacrime e silenzio li accompagnano, in un’atmosfera carica di commozione.

Alghero, scorci del Desclavament – Fonte www.buongiornoalghero.it

Alghero, il momento del Desclavament – Fonte www.sardegnaturismo.it

Alghero, momenti del Desclavament – Fonte www.sardegnaturismo.it

Concluso il Desclavament, comincia, quindi, il funerale del Cristo che attraversa il centro storico della città, tra le preghiere dei fedeli e i canti di numerosi cori isolani. I riti algheresi si concludono, infine, la Domenica di Pasqua con la gioiosa cerimonia de “l’Encontre”, l’incontro tra la Madonna e Gesù risorto.

Alghero, rito del Desclavament, il bressol – Fonte www.sardegnaturismo.it

È così che la città del corallo vive la sua fede: dolore, sofferenza, sacralità sfilano per “El Sant Crist de la Misericòrdia”, insieme ai Jerman Blancs, custodi della storia, e alla gente, quella algherese, fiera depositaria dell’identità di quell’angolo di Sardegna che non dimentica la sua anima catalana.

L’appuntamento con il suggestivo rito del Desclavament è per il prossimo venerdì 30 marzo.

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