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Sant’Elia: basta un poco di pioggia e la melma vien su, ancora problemi con le fogne nel quartiere dello stadio

Sant’Elia: Basta un poco di pioggia e la melma vien su, ancora problemi con le fogne nel quartiere dello stadio.

Ogni volta che piove i residenti di Sant’Elia devono fare i conti con fogne che saltano, strade allagate, vie maleodoranti, passaggi fangosi. Regione e Comune parlano di progetti roboanti su una riqualificazione extra lusso della zona, i cui destinatari al momento rimangono incerti. Intanto lasciano gli attuali abitanti nel degrado, negando ogni tipo di interlocuzione con loro.

In campagna elettorale tutti a Sant’Elia. Il M5S manda Di Maio, la destra la Meloni, e nemmeno Salvini a novembre, si è fatto mancare il bagno di folla propagandistico al mercato. La sinistra invece Sant’Elia la frequenta solo in veste istituzionale, rigorosamente al Lazzaretto per la presentazione  dei mega progetti di riqualificazione della zona dello stadio. Regione e Comune negano l’intenzione di “deportare” i residenti in altre zone della città e parlano della costruzione di unità abitative provvisorie ubicate nel quartiere, ma poi si pubblicano bandi per acquisire abitazioni  addirittura fuori città, per ospitare i residenti. Intanto da mesi gli abitanti, che si sono organizzati nel comitato cittadino Sant’Elia Noi Ci Crediamo, chiedono un incontro con le istituzioni, che viene loro promesso verbalmente, ma poi regolarmente disatteso, tanto che ad oggi ancora non c’è stata alcuna interlocuzione.

Il comitato chiede chiarezza. Vorrebbe qualcosa di più consistente di una rassicurazione verbale, magari cominciare a vedere qualche progetto sulla carta, visto che a quanto pare al momento non stati individuati nemmeno i terreni sui quali si dovrebbero edificare queste ipotetiche abitazioni provvisorie. Quello che invece resta l’unica certezza è lo stato di degrado che Vistanet documenta nelle immagini: fogne che scoppiano ogni qualvolta piove, pantani che in alcuni casi si estendono in zone così vaste da non lasciare alternativa, se non quella di attrezzarsi di stivali di gomma se si vuole uscire di casa. Ammesso che l’ambizioso progetto di riqualificazione sia davvero destinato ai residenti, rimane comunque ancora solo un progetto, vago e non ufficializzato. Questo significa tempi lunghissimi prima di arrivare alla sua realizzazione. E nel frattempo, a giustificare la mancanza di interventi seri si sbandiera questa fantomatica riqualificazione. A questo punto un incontro tra istituzioni e residenti, non è più solo auspicabile, ma necessario e urgente. I rappresentanti delle istituzioni avranno un difficile quesito a cui dare risposta: come mai si lascia che il degrado degeneri  al punto da trasformare il Favero in una zona malsana e invivibile? Forse il timore dei residenti  che l’area prima o poi venga dichiarata inagibile e di conseguenza sgomberata per ragioni di sicurezza non è poi così infondato. È così complicato incontrare una delegazione di residenti e fornire loro delle risposte?

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