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Party game per “La macchina del fango”: a Cagliari si sperimenta il gioco di carte sulle bufale elettorali

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A quasi due mesi di distanza i semi della Global Game Jam iniziano a germogliare. La Jam, evento annuale sullo sviluppo di videogiochi realizzato in contemporanea mondiale, si è infatti svolto a fine gennaio anche a Cagliari, sviluppandosi sul tema de “la trasmissione”. La possibilità di conoscersi, confrontarsi e lavorare su un progetto unico in sole 48 ore ha fatto sì che alcuni decidessero di continuare a lavorare sui propri progetti anche una volta concluso l’evento. Fra questi i sei membri – in prevalenza studenti – del team ideatore de “La macchina del fango”, card game sul tema delle bufale elettorali. Nel pomeriggio di ieri, quindi, il primo playtest a Cagliari, utile a verificare le potenzialità del gioco, ha ottenuto un discreto successo.

Il team ideatore de “La macchina del fango”

Giacomo Sedda, informatico di Cagliari e membro del team, ne racconta lo scopo. «Si tratta di un gioco dove i giocatori, che diventano per l’occasione dei rappresentanti politici, devono creare delle fake news, o sfruttare quelle già esistenti e incanalarle contro i proprio avversari, in modo da convincere l’opinione pubblica a votare a proprio vantaggio. Una sorta di simulatore di campagna elettorale degli ultimi tempi». Ma come si articola una sessione di gioco? «Le carte sono fondamentali in quanto rappresentano gli argomenti da utilizzare per accusare gli avversari. Si parte poi da un tabellone vuoto dove, a turno, si cerca di creare la fake news più bella, utilizzando i contenuti delle carte come argomento. Alla fine di ogni round i partecipanti al tavolo votano il giocatore che ha costruito la più divertente, decretando di conseguenza il vincitore finale. In definitiva? Colui con più voti ha vinto le elezione, e sale al governo». Un po’ come nella politica vera.

Ma quali sono le prospettive per il futuro? «Anzitutto c’è ancora tanto lavoro da fare, per perfezionare il gioco e renderlo il più possibile privo di difetti. Certo, nel futuro sarebbe bello riuscire a lanciarlo sul mercato», racconta Sedda. «Le opportunità in questo settore sono davvero moltissime, perché coinvolgono tante competenze dal game design, come quello puramente grafico, di cui mi personalmente mi sto occupando per questo gioco», aggiunge Marta Pinna, laureanda e membro del team. «Penso che il settore dei giochi in generale sia altamente produttivo, e sarebbe senz’altro una buona idea quella di incentivarlo ulteriormente».

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