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“No al taglio dei nostri stipendi”. La protesta dei lavoratori del portierato degli ospedali sardi

“La Regione Sardegna ci ha svenduto alle aziende continentali”. Così recita il cartello dei lavoratori del portierato degli ospedali di Cagliari posto all’ingresso del palazzo della Regione in viale Trento. Stamattina una folta rappresentanza sindacale ha tenuto un presidio per protestare contro il taglio degli stipendi voluto dalla nuova azienda (Coop Service) che ha vinto il bando Ats (Azienda per la tutela della salute) per la gestione del servizio di portierato presso gli ospedali Brotzu, Marino, Santissima Trinità, Businco, Binaghi, San Giovanni di Dio e Policlinico Universitario.

Mentre con la ditta ex mandataria, Cenza srl, vigeva il Contratto nazionale Multiservizi, la Coop Service vorrebbe applicare il Contratto nazionale Servizi Fiduciari. «In base a questo tipo di contratto, andremo a prendere 400 euro netti in meno al mese, raggiungendo la soglia di povertà – dichiara un lavoratore – È una situazione vergognosa, molti di noi hanno famiglia e figli; alcuni vengono da fuori Cagliari e devono sostenere i costi della benzina. Con il contratto in vigore prendiamo non meno di 1000 euro, un reddito dignitoso. Ora, invece, come faremo ad arrivare a fine mese? Chiediamo semplicemente che venga rispettata la base salariale. Se necessario, daremo battaglia in ogni sede».

Una delegazione di sindacalisti è stata poi ricevuta dai funzionari regionali che si sono occupati della stesura del bando. «Ci hanno detto di aver seguito la normativa del codice degli appalti e che, in base a questa, hanno scritto il bando – afferma Nella Milazzo, segretaria generale Filcams Cgil Cagliari – Hanno ammesso che la situazione è molto delicata, ma che non possono intervenire materialmente. Da parte nostra, dopo che avremo avuto maggiori delucidazioni su come si è svolta la gara d’appalto, chiederemo alla Regione un incontro congiunto per discutere sul recupero delle risorse per cercare di ridurre necessarie a scongiurare il taglio degli stipendi dei lavoratori. In caso di risposta negativa, proseguiremo con la mobilitazione», conclude.

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