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Cagliari, i tre punti valgono più della prestazione. Ma occorre cambiare atteggiamento negli scontri diretti

Quella di Benevento è stata una delle peggiori prestazioni stagionali del Cagliari. L’atteggiamento tattico ordinato da Diego Lopez è stato da rabbrividire: attesa e ripartenza, come se si giocasse contro una grande squadra. Ed è lì che i padroni di casa ci han creduto, con un attaccante tutto pepe come Enrico Brignola autore di un gol e di un palo colpito. Con la sua uscita dal campo, la gara è cambiata e il tecnico uruguayano ha avuto modo di osare le quattro punte e portare a casa il risultato.

Sono essenzialmente due i punti cardine della gara: la mancata espulsione di Leandro Castan e la carica di capitan futuro (che è sempre più capitan presente) Niccolò Barella. Al primo punto, Lopez ha saputo mettere mano levando il brasiliano, troppo nervoso e decisamente in una giornata no. Al secondo punto, il gioiellino della nazionale ha capito il momento vissuto dal Benevento negli ultimi dieci minuti – baricentro molto basso, difesa ballerina, fatica immane nelle ripartenze, poche idee e quelle buone sprecate al vento – ed ha iniziato a palleggiare con sagacia da destra a sinistra del campo assieme al fido Simone Padoin, allargando gli spazi e dando la misura giusta dei cross. Nasce lì l’arrembaggio finale, la voglia di vincere inesistente fino a pochi minuti prima, il gol di Pavoletti e la giocata che porta lo stesso Barella a trovare e trasformare il calcio di rigore vincente.

I tre punti valgono più della prestazione, certo, ma non sempre può andar bene così. Valgono perché il Cagliari risale a + 5 sulla terz’ultima. Valgono perché le altre si sono fermate, il Genoa è davanti solo di un punto e prima di una sosta una vittoria fa sempre bene. Valgono perché nessun tifoso ci credeva più, rassegnato ad una sconfitta meritata per la mancanza di coraggio presentata sul campo per oltre un’ora. Senza dimenticare le 3/4 occasioni fallite da Coda e compagni. Ecco, valgono perché non sempre andrà bene in questa maniera e per insegnare come una gara si debba giocare dal primo all’ultimo minuto. I rossoblù non possono e non devono regalare tempo, devono comandare la manovra soprattutto contro compagini di gran lunga inferiori. Per la salvezza, sempre più vicina. E per evitare sorprese, da qui alla fine del campionato.

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