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CTM episodi di violenza sempre più frequenti, gli autisti: «Il problema si combatte anche con la cultura del rispetto»

CTM episodi di violenza sempre più frequenti, gli autisti: «Il problema si combatte anche con la cultura del rispetto».

Ieri mattina le forze dell’ordine si sono recate al deposito CTM per acquisire le immagini relative all‘aggressione ai danni di un 17enne da parte di un altro passeggero di 44 anni sulla linea 9 avvenuta qualche giorno fa. Gli autisti sono preoccupati, i sistemi di sicurezza ci sono, ma non bastano. Alla base del problema ci sono le tensioni sociali e uno scarso rispetto della cosa pubblica.

Telecamere, collegamento continuo con la base operativa che localizza il mezzo con un’approssimazione di pochi metri, intervento immediato delle forze delle ordine, presenza di guardie giurate in determinate fasce orarie soprattutto nel fine settimana, sono tutti sistemi che il CTM mette a disposizione per la tutela degli autisti, ma pare che tutto questo non basti. Sembra incredibile, ma nonostante il rischio di essere identificati e, per i maggiorenni, la concreta possibilità di essere arrestati in flagranza di reato, sono quasi quotidiani gli episodi di violenza che si verificano sui mezzi pubblici di Cagliari e hinterland.  Vistanet ha provato a capire, con l’aiuto di Stefano Mameli, segretario aziendale FIT-CISL, come mai non si riesca a contenere questa ondata  di violenza e se si può fare qualcosa di più. Intanto è necessario distinguere tra fenomeni di natura diversa. Episodi come quello dei giorni scorsi, dei due tossicodipendenti saliti a bordo armati di siringa, è da ascrivere a una situazione davvero sporadica che sarebbe potuta avvenire anche in un negozio o per strada. Il discorso è diverso per tutte quelle discussioni che nascono a bordo, tra immigrati e italiani. Il pretesto è il fatto che gli immigrati non pagano il biglietto, le discussioni che spesso degenerano, iniziano sempre per questa ragione. «In realtà ci sono molti immigrati, tutti quelli col permesso di soggiorno che hanno l’abbonamento e d’altra parte moltissimi italiani viaggiano senza aver pagato» precisa Mameli, «il problema è sociale, c’è una forte insofferenza e ogni occasione è buona per attaccare gli immigrati che essendo sulla difensiva reagiscono subito». Inoltre spesso le tensioni sono tra gli stessi immigrati appartenenti a etnie rivali. Altro discorso quello legato ai minori, talvolta giovanissimi, che salgono sull’autobus con la precisa intenzione di creare problemi al conducente, agli altri passeggeri  e ai mezzi. «Io credo che a monte ci sia una carenza educativa, questi ragazzini non hanno paura di niente, sono consapevoli del fatto che le guardie giurate non possono toccarli e sanno che, in quanto minorenni,  non verrebbero arrestati». Sicuramente anche in famiglia questi ragazzi contano sull’impunità. Cosa si può fare? Per quanto riguarda i problemi legati ai minori, bisogna essere lungimiranti, agire con la prevenzione. Solo con una massiccia campagna di sensibilizzazione, magari con la collaborazione delle scuole, si può sperare di ottenere dei risultati. «FIT-CISL, si sta muovendo in questo senso», prosegue il sindacalista. «proprio in questi giorni stiamo promuovendo un concorso nazionale rivolto alla scuole, le iscrizioni scadono il 30 marzo, l’anno scorso la prima classificata in tutta Italia è stata una scuola di Sassari”.

Il concorso dal titolo “Sono stato io” è rivolto alla scuola primaria e a  quella media di primo e secondo grado. I ragazzi concorrono presentando un fumetto o uno spot audio-video sul tema del rispetto della cosa pubblica e della legalità. Per partecipare basta collegarsi al sito www.sonostatoio.com, in palio buoni acquisto per libri da 500 a 250 euro. Tuttavia queste lodevoli iniziative che mirano alla prevenzione non risolvono il problema attuale della sicurezza degli autisti. L’anno scorso tutte le sigle sindacali  hanno chiesto in maniera unitaria una legge che  equipari gli autisti ai controllori. «I controllori sono pubblici ufficiali, pertanto se subiscono un’aggressione, la denuncia contro l’aggressore scatta d’ufficio» spiega ancora Mameli, «mentre nella stessa situazione, il conducente deve sporgere denuncia personalmente». Va detto che il CTM mette a disposizione degli autisti la tutela legale, tuttavia «L’autista mentre guida è come in vetrina, un facile bersaglio per chiunque volesse vendicarsi per essere stato denunciato» lamenta Mameli, « gli autisti quindi tendono a non denunciare per timore di ritorsioni». Al momento questa proposta di equiparazione non ha ancora ottenuto risposta. Nel corso di questi anni sono stati sperimentati diversi sistemi per arginare il problema. A detta di tutti gli autisti interpellati sembra che il metodo più efficace si sia dimostrato quello di avere a bordo poliziotti in borghese, con quel tipo di sperimentazione gli episodi di violenza si sono drasticamente ridotti. Per mettere in pratica questo sistema di tutela di autisti e passeggeri, però occorrerebbe un numero altissimo di agenti che non è disponibile. Nell’attesa che si vari la legge di equiparazione, e che si arrivi a tecnologie più sofisticate di difesa, si punta quindi sulle nuove generazioni con campagne di sensibilizzazione e si spera in una maggiore attenzione da parte delle famiglie.

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