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(VIDEO) “Stop al genocidio ad Afrin”. Sit-in dei curdi in piazza Yenne per chiedere il cessate il fuoco

Oltre 3.200 morti: questo è il triste bilancio dell’operazione “Olive Branch” portata avanti dall’esercito turco nella regione siriana di Afrin. Secondo il presidente Erdogan, l’intervento è servito a “neutralizzare i terroristi del PKK e di Daesh”. In realtà, le vittime sono tutte curde. La popolazione locale sta resistendo con tutte le proprie forze all’avanzata contemporanea dei militari di Ankara e dell’Isis. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, un gruppo di curdi residenti in Sardegna e attivisti sardi della Rete Kurdistan Sardegna, questo pomeriggio hanno tenuto un sit-in in piazza Yenne.

«L’Occidente, compresa l’Italia, è complice di questo genocidio – sostiene Francesco Lodovici, attivista della Rete Kurdistan Sardegna– Gli elicotteri utilizzati per bombardare i civili sono stati costruiti su licenza di Leonardo Finmeccanica, azienda italiana. Nei poligoni sardi ci si addestra per questo massacro, con la collaborazione dei turchi stessi. Non dimentichiamo che l’Italia ha accolto Erdogan con tutti gli onori durante la sua recente visita a Roma».  «Sostenere Afrin e la sua popolazione significa sostenere una rivoluzione giusta –  recita un comunicato della Rete – La lotta dei popoli della Siria del nord è un esempio di lotta per una società libera e democratica in cui tanti popoli e tante culture possono vivere insieme».

Come ricorda un cittadino del Kurdistan turco intervistato da Vistanet (qui sotto, il video), i curdi hanno liberato le città di Kobane e Raqqa dall’Isis e sono in prima linea sul fronte della lotta al terrorismo fondamentalista dei jihadisti. Gli attivisti chiedono alla comunità internazionale l’istituzione di una no-fly zone che fermi i bombardamenti turchi.

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