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Cagliari: poca fantasia e tanti lanci lunghi, i numeri ci dicono cosa non funziona e cosa migliorare

Il pareggio contro la Lazio per come è maturato ha lasciato l’amaro in bocca. Anche perché il Cagliari sotto il profilo della grinta e della determinazione ha giocato forse una delle migliori partite della stagione. Ma tutto questo non è bastato per evitare il gol-beffa di Immobile a gara praticamente finita. I rossoblu però non hanno molto tempo per rammaricarsi del risultato anche perché le dirette avversarie per la corsa salvezza sono quasi tutte andate a punti nel weekend di Serie A. Per gli uomini di Diego Lopez questo è il momento di analizzare il bicchiere mezzo vuoto per imparare dagli errori e cercare di raggiungere il prima possibile una posizione più sicura in classifica.

I problemi in attacco

I problemi in attacco sono stati una costanza per il Cagliari sin da inizio stagione. La costruzione spesso si perde negli ultimi 25 metri avversari. Un po’ per l’assenza di un rifinitore. Compito a volte ricoperto in fase di possesso da Cigarini prima dell’infortunio. Mentre Joao Pedro, perso in una stagione tribolata, non è riuscito ad accompagnare i rossoblu con costanza. Non a caso il Cagliari è la terza peggior squadra della Serie A per conclusioni tentate: 257. Peggio fanno solo Verona e Bologna (248 e 245). Persino il Benevento, fanalino di coda e prossimo avversario dei sardi, fa meglio in questa particolare classifica con 319 tiri (dati Wyscout). In avanti i rossoblu soffrono anche in assenza di fantasia. I vari Farias e Sau, quando chiamati in causa, non hanno dato continuità e spesso hanno isolato l’unica punta Pavoletti. Un aspetto tattico che si riflette anche nei tentativi di dribbling provati in attacco, solo 279. Con una percentuale di successo del 54,84%. Si tratta dei dati più bassi dell’intero campionato, insieme al Chievo. Una svolta in questo senso potrebbe essere la vivacità di Han. Il nordcoreano contro la Lazio ha provato più volte a saltare l’uomo e a dare armonia all’azione del Cagliari. Alla fine è uscito tra gli applausi del pubblico. Il ragazzo ancora è un po’ acerbo, in alcuni casi si intestardisce troppo a giocare da solo e non sempre detta la giusta linea di passaggio. Ma se Lopez lavorerà su questi aspetti l’ex Perugia potrebbe ricoprire il ruolo di play alto che tanto servirebbe ai rossoblu per svoltare in attacco.

I problemi in costruzione

Cigarini in stagione, in Serie A, ha saltato cinque partite. Senza il suo regista il Cagliari ha raccolto quattro sconfitte e un pareggio, proprio quello con la Lazio. I problemi in impostazione sono il secondo grande cruccio per i sardi. Non a caso i rossoblu sono la squadra che ricorre più di tutte in campionato al lancio lungo dalla propria meta campo. In tutta la stagione del Cagliari l’azione è partita con un lancio verso la punta o gli esterni in 1.455 occasioni. Una scelta che non sempre ha pagato, visto che la precisione è stata accurata solo nel 54,3% dei casi (tredici squadre hanno fatto meglio). Il rientro di Cigarini non sembra così lontano e il regista potrebbe aiutare il Cagliari a ritrovare un proprio gioco. L’alternativa è riattivare l’asse Barella-Faragò che tanto aveva fatto bene all’inizio dell’avventura di Lopez. Non è un caso che dai cross dell’esterno siano nate le occasioni più nitide per Pavoletti in stagione (Roberto Pinna).

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