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A rischio il servizio di vigilanza armata alle guardie mediche. Preoccupati i sindacati, ma l’Ats rassicura: “Nessuno stop”

Cresce la preoccupazione tra i lavoratori e le lavoratrici del servizio di vigilanza armata che operano nei presidi ospedalieri e nelle guardie mediche della Sardegna per i possibili tagli previsti nella nuova gara d’appalto pubblica della Regione. I sindacati di categoria paventano il rischio della soppressione del servizio, che causerebbe un’ulteriore perdita di posti di lavoro e metterebbe a repentaglio anche l’incolumità di medici e pazienti dei presidi medici.

Inoltre, i sindacati che rappresentano le guardie giurate delle Asl 1 di Sassari, Asl 8 di Cagliari e Arst temono che la società cooperativa alla quale è stato affidato il mandato, Sicuritalia, (subentrata a Cenza srl) possa applicare ai lavoratori rimanenti un CCNL Servizi Fiduciari che prevederebbe un abbassamento di stipendio pari a 400 euro sulla busta paga. «I lavoratori andrebbero a percepire un importo molto vicino alla soglia di povertà – scrivono in una nota congiunta Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti – Chiediamo un incontro urgente con tutte le parti e intanto proclamiamo lo stato di agitazione e un sit-in di protesta che si terrà sotto il palazzo della Regione Sardegna in data che verrà definita e comunicata nei prossimi giorni».

Ieri il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa aveva sollecitato un intervento della Giunta Pigliaru: «Soprattutto in alcune realtà, la presenza di personale armato e addestrato ad usare le armi non è sostituibile da un portiere né tanto meno dalla video sorveglianza, che non permette certo un intervento immediato e non protegge il medico quando questo deve intervenire a domicilio o comunque all’esterno dei locali della guardia medica, come capita specialmente nelle aree rurali. La situazione generale non permette di abbassare la guardia sul versante della sicurezza di chi lavora, come testimoniano anche le aggressioni notturne nei confronti di autisti di Arst e Ctm. La Giunta risparmi su altro, ma non sulla sicurezza delle persone». Sulla questione è intervenuto anche il capogruppo PD in Regione, Pietro Cocco: «Il servizio di vigilanza armata presso le sedi delle Guardie Mediche nei comuni della Sardegna deve continuare ad operare così come ha fatto in questi anni perché necessario per garantire la sicurezza e la tranquillità lavorativa di pazienti e medici», ha detto Cocco.

Dalla direzione dell’Azienda per la tutela della salute (Ats) rassicurano però che il servizio non subirà alcuno stop: «In coerenza con le risorse stanziate dal bilancio regionale, si sta valutando la possibilità di attivare anche forme alternative di protezione nei luoghi dove l’attività di continuità assistenziale si svolge presso strutture che erogano già altri servizi. Occorre precisare che il servizio di guardia armata non è incluso dal ministero della Salute tra i livelli essenziali di assistenza e deve essere quindi finanziato dal bilancio regionale».

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