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Cagliari, punto importante ieri col Sassuolo. Ma a che prezzo?

Il Cagliari ha motivo di tornare a casa raggiante dopo aver tenuto imbattuta la porta e strappato un punto al Mapei Stadium di Reggio Emilia contro il Sassuolo. Però, nel complesso, il bicchiere fatica ad esser davvero mezzo pieno. La sensazione è che i ragazzi di Diego Lopez abbiano perso una ghiotta occasione per dare una botta importante alla classifica e liberarsi anche degli emiliani.

Il calcio è di chi sa essere cinico con gli avversari. La Juventus ha basato la sua storia recente non solo sulla forza ma anche sulla capacità di razziare come un rapace sulle disgrazie altrui. Il Sassuolo ha subìto due domeniche fa una delle peggiori sconfitte che i suoi tifosi possano ricordare, per mano di undici giocatori che fanno della concentrazione e del profitto un mantra che non scordano mai. Risultava una squadra messa all’angolo, imbambolata, che pregava la sola speranza di non trovare un avversario altrettanto spietato. E le preghiere sono state esaudite, nemmeno Iachini si sarebbe aspettato così tanta grazia e così tante possibilità per ritrovare il gol e un minimo di fiducia. Minimo, proprio: nessun gol, nessun tiro in porta, azioni date dall’orgoglio più che dalla testa, segno di una formazione che deve riflettere parecchio sul suo destino dopo aver accarezzato l’Europa giusto un anno fa.

Il Cagliari non ha voluto infierire. Non ha voluto profittare di una avversaria che era solo da abbattere definitivamente, costringendola a cambiare rotta per non naufragare. Dopo un discreto primo tempo deliziato dalle manovre in velocità sull’asse del trio Farìas-Pedro-Barella, nella seconda frazione i rossoblù hanno deciso di arroccarsi, conservarsi, arrivando persino a non varcare la metà campo per infiniti minuti. Un atteggiamento tattico figlio del suo allenatore ma inconcepibile per la modestia dell’avversario e per l’occasione di ribaltare la sconfitta dell’andata con tre punti di platino.

Oggi il Cagliari avrebbe 27 punti e sarebbe dodicesimo, risucchiando pure il Bologna in crisi di risultati. Il punto conquistato è un punto amaro, buono per le indicazioni difensive e per la capacità di lasciare Alessio Cragno inoperoso, ma gli attaccanti sono stati degradati al ruolo di comparse in un continuo ed incessante muro difensivo. L’unico sussulto con un tiro da centrocampo di Niccolò Barella, al 90′, quando ormai nessuno si aspettava più nulla. Un bel modo per far respirare la squadra dopo 45 minuti schiacciata indietro più che un modo per tentare una sorprendente vittoria. Col Chievo sembra che il copione possa esser replicato, e si vedrà se il risultato sarà il medesimo o lo staff tecnico verrà convinto a far qualcosa di più.

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