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VIDEO Non solo Palla e Freccia: vi presentiamo gli altri “rottami” della Clinica Veterinaria Duemari

La dottoressa Monica Pais con Rosa

Microchippare e sterilizzare: ecco i concetti chiave che Monica Pais, medico veterinario responsabile della Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, ritiene indispensabili nella nostra Isola per ridurre abbandoni e randagismo (anche se in Sardegna possiamo parlare di cani vaganti, più che di randagismo vero e proprio, ndr).

La clinica

La dottoressa Pais ci ha accolto nella sua clinica oristanese e, insieme a lei abbiamo conosciuto gli animali ospitati in cura nella struttura: un ospedale all’avanguardia che funziona perfettamente dal 2003 grazie al lavoro di medici e infermieri. Monica Pais è diventata una professionista conosciuta a livello nazionale a seguito della storia di Palla, la pittbul ritrovata con un filo di nylon attorno al collo che le aveva fatto diventare il muso gonfio come, appunto, un pallone e da lei adottata.

Palla, poco dopo il suo ritrovamento ma già in via di guarigione

La vicenda di Palla ha scatenato una vera e propria catena di affetto e solidarietà che ha portato, senza alcuna richiesta da parte della veterinaria, a tantissime donazioni in denaro: “Ho deciso a quel punto di creare una ONLUS”. E quale nome migliore se non quello di “Effetto Palla” visto e considerato cosa è stato in grado di generare questo pitbull? “La ONLUS è nata all’interno di una realtà strutturata, grossa e organizzata. Noi non siamo di certo nuovi del campo avendo aiutato e supportato per oltre 25 anni il mondo del volontariato. Ora quei soldi, oltre all’aiuto anche non in denaro che arriva, vengono destinati là dove ce n’è davvero necessità e siamo noi, in prima persona, che vagliamo le opportunità”.

Palla è stata la punta di un iceberg – racconta Monica Pais – perché noi, oltre a prenderci cura di animali di proprietà, abbiamo sempre accudito quelli che io chiamo i rottami (solo ed esclusivamente arrivati in clinica attraverso amministrazione e cioè vigili urbani, carabinieri o polizia, ndr). E lo facciamo in tutto e per tutto, dai problemi medici alla rieducazione comportamentale, finché per loro non si trova una meritevole adozione”. E dopo Palla è arrivato Freccia, il cane ritrovato a Nuoro trafitto da parte a parte da un arpione che, ora, dopo mesi di cure e riabilitazione, ha trovato adozione.

Freccia

Ma dietro le storie, in questo caso a lieto fine e balzate sotto ai riflettori dei due cani sopra citati, ce ne sono tante, meno famose e che fanno poco rumore, di tantissimi animali di cui la clinica e i veterinari si occupano. Parliamo di Rosa, simil maremmano con il muso sfigurato da una fucilata: circa 5 anni di età, le sono stati ricuciti naso e bocca ma per gli occhi non c’è stato niente da fare. Il cane ora è cieco ma la sua dolcezza è disarmante: pienamente affidatasi all’amore della dottoressa Pais e degli altri veterinari, si fa guidare alla scoperta di un mondo al buio, il suo nuovo mondo, con cui deve imparare a convivere. Rosa cerca adozione: contrariamente a quanto si pensi non è un cane impegnativo. Si abituerà alla sua condizione senza problemi: le serve solo una calda accoglienza familiare e dei nuovi occhi, quelli di un padrone, che la accompagnino nella sua nuova esistenza.

Il “sorriso” di Rosa

Stesso discorso per Zampa: ritrovato una decina di giorni fa a Bosa, aveva, tra le altre cose, una zampa rotta a causa di un fil di ferro che gliela teneva bloccata al collare (barbara pratica che viene utilizzata da qualche pastore per non far allontanare il cane dal gregge, ndr) ed era immobilizzato a un bidone dell’immondizia. Ora lui si trova in degenza alla clinica e resta in attesa di un’adozione.

Zampa

E Spina, una cagnetta recuperata a Simala parecchi mesi fa, con stretto in vita un laccio d’acciaio che era penetrato nella carne. Il troppo dolore subito l’aveva portata a non fidarsi più dell’uomo ma piano piano, grazie alla pazienza e al lavoro dei veterinari, sta riacquistando serenità e si sta riaprendo al mondo. Inutile sottolineare quanto, anche per lei, ci sia bisogno di una famiglia speciale che le faccia dimenticare il passato.

Spina

Spesso si tende a non considerare come possibili adozioni quelle che riguardano animali con un passato sconosciuto, oppure sofferto o con qualche disabilità. Va compreso però che i cani, a differenza di noi umani, non hanno la percezione del diverso: la mancanza di una zampa o la cecità o qualunque altra cosa che nell’aspetto non corrisponda ai “normali” e accettati canoni estetici, per l’animale non hanno nessuna importanza. E, soprattutto, l’animale ci convive e accetta la propria condizione, a patto che, dall’altra parte, ci sia un umano che lo ami per quello che è.

Un lavoro insomma che, noi uomini, dovremmo fare prima di tutto nei confronti dei nostri simili. Le difficoltà e le diversità possono essere superate e, dietro quel velo, che solo noi umani vediamo, si cela, magari un po’ più nascosto di altre realtà, un’amore senza limiti e una riconoscenza senza pari.

 

 

 

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