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Demolizione del Favero, dall’assemblea pubblica dei residenti una risposta unanime: “Da Sant’Elia non ce ne andiamo”

Demolizione del Favero, dall’assemblea pubblica dei residenti una risposta unanime: “Da Sant’Elia non ce ne andiamo”.

I residenti di Sant’Elia, riuniti  in assemblea pubblica, esprimono tutta la loro preoccupazione per lo stato di incertezza, chiedono un dialogo con le istituzioni  e se non otterranno risposte sono pronti a gesti di protesta eclatanti.

Questo pomeriggio i residenti di Sant’Elia si sono riuniti per trovare una strategia comune e stabilire quali iniziative mettere in atto per ottenere quanto prima un incontro con le istituzioni. La gente del Favero allarmata dalle voci che si susseguono su un eventuale trasferimento temporaneo in altre abitazioni, fuori dal quartiere, chiede a gran voce delle certezze. A nulla è servita la dichiarazione  con la quale ieri il sindaco Zedda rassicurava tutti sul fatto che si trasferirà altrove solo chi lo deciderà spontaneamente. I residenti non si fidano, chiedono a gran voce un impegno formale , temono che una volta trasferiti non faranno più ritorno al loro quartiere. D’altra parte l’unica certezza al momento è il bando di gara con cui AREA intende acquisire abitazioni, fuori dal quartiere per trasferirvi i residenti.

La convinzione sempre più diffusa a Sant’Elia è quella che ha riassunto Nicola Pinna del Movimento di Lotta per la Casa Casteddu: «L’obbiettivo è quello di attrarre investitori privati  che investano nel quartiere, la posizione di Sant’Elia è strategica, è prevista l’edificazione di un polmone verde finanziato dai privati, la spiaggia che adesso è utilizzata dai residenti è destinata ai nuovi abitanti». Secondo Pinna si sta progettando la “gentrificazione”  del quartiere: « Il progetto è quello di sostituire i residenti  appartenenti a una classe sociale poco abbiente, con residenti benestanti».  Billo Vistosu, il presidente dell’associazione “Sant’Elia noi ci crediamo” che ha indetto l’assemblea, ha invitato tutti i residenti a fare fronte comune e rimanere uniti, ha auspicato una protesta pacata e unitaria. Il primo passo è quello di chiedere un incontro con le istituzioni coinvolte, nella speranza di ottenere chiarimenti e rassicurazioni. Ma se queste risposte non arriveranno il comitato è pronto a organizzare forme di protesta più eclatanti. Tutti i partecipanti all’assemblea sono convinti che non sia necessario lasciare il quartiere, che si possa procedere ad una graduale demolizione e ricostruzione  consentendo ai residenti di rimanere  a Sant’Elia. Resta però un aspetto della vicenda del quale oggi i residenti, concentrati sulla preoccupazione del trasferimento, non hanno discusso ed è la tempistica. Al momento, da quanto dichiarato da Gian Valerio Sanna di AREA, l’intera operazione è ancora oggetto di discussione, non esiste un progetto definito, né una strategia di gestione. Il rischio (calcolato?) è che intanto che i progetti si definiscono e le strategie assumono contorni concreti, il Favero completi il suo destino di degrado fino a diventare inagibile e a quel punto i residenti dovranno obbligatoriamente lasciare le loro abitazioni per ovvi motivi di sicurezza. (Dalila)

 

 

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