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Gairo Vecchio e i villaggi abbandonati della Costa Verde, ieri su Rai 5 nella trasmissione Ghost Town (FOTO)

Gairo Vecchio (Foto Rai News)

Gairo Vecchio (Foto Rai News)

La Sardegna abbandonata, quella dei luoghi dimenticati e densi di un fascino decadente. È a questa Sardegna e non all’isola delle spiagge bianche e dei locali alla moda, che l’attore e conduttore Sandro Giordano ha voluto dedicare una puntata del suo programma Ghost Town, andato in onda il 14 gennaio su Rai5. Il tour ha avuto inizio in Ogliastra, a Gairo Vecchio, per poi proseguire alla scoperta dei villaggi minerari abbandonati della Costa Verde, tra Arbus e Guspini. Giordano ha guidato gli spettatori in un suggestivo viaggio alla riscoperta di realtà ormai scomparse da decenni.

Era il 1951 quando Gairo venne colpita da una violentissima alluvione che privò molti delle loro case. Il paese continuò faticosamente a vivere fino agli anni ’60, quando anche le ultime famiglie si rassegnarono ad abbandonare le loro abitazioni, dando così vita ai nuovi centri di Gairo S. Elena, Cardedu e Gairo Taquisara. Dell’antico villaggio, da Giordano definito «il più noto e suggestivo dell’isola», sono rimaste le vie strette, su cui si affacciano le case ormai in rovina. In molte di esse, affacciandosi da quello che resta dei muri, si possono ancora vedere gli interni delle stanze, dipinti nei colori intensi tipici delle dimore di un tempo: azzurri, rosa e gialli.

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 Gairo Vecchia su Rai 5 6  

Il viaggio della troupe Rai è poi proseguito alla volta del Sud Sardegna, tra i villaggi minerari che un tempo costituirono una delle grandi ricchezze dell’isola. La prima delle mete è stata Arbus, dove, a poca distanza dalle dune di sabbia più alte d’Europa, sorgevano le miniere di Gennamari e Naracauli, di proprietà del Lord inglese Thomas Alnutt Brassey. Il complesso rappresentò, fino agli anni ’60 del Novecento, uno degli impianti industriali più importanti della Sardegna, da cui si estraevano zinco, cadmio, gallio e litio, destinati ad essere esportati nel resto della Penisola. Alle attività estrattive era legato il villaggio, ora fantasma, di Ingurtosu, che ospitava circa 5000 persone. La storia del centro ha fine nel 1991, quando, nonostante le proteste dei lavoratori, la miniera ha chiuso per sempre le sue porte.

Dopo Arbus, protagonista del documentario è stata Guspini, con il Villaggio Righi, anche questo destinato ad ospitare i minatori e le loro famiglie. Troviamo qui case spaziose, luminose, eppure anch’esse disabitate almeno dagli anni ’90. Dopo l’abbandono, l’ENI e la Ragione Sardegna avevano dato avvio a un progetto che mirava a riconvertire i vecchi edifici in un polo turistico e balneare, con lo scopo di dare un futuro ad un territorio già duramente colpito dalla piaga della disoccupazione. Tuttavia, a distanza di anni, niente è stato realizzato di quel progetto.

Una realtà diversa presenta invece il villaggio di Montevecchio. Al contrario degli altri precedentemente visitati, qua a dominare non è il suono del vento che sibila tra le pareti di edifici ormai deserti. Gli immobili che un tempo erano legati alle attività minerarie sono oggi diventati un polo museale. Lo splendido Palazzo della direzione, con le sue eleganti sale, apre ancora oggi le porte ai visitatori, a testimonianza che, attraverso la cultura e la valorizzazione, è possibile dare un futuro anche a luoghi altrimenti destinati al disfacimento. Ultima tappa del viaggio di Giordano è poi la miniera Sanna, nata come laveria nel 1868 e attiva fino agli anni ’90 del Novecento.

La puntata può essere vista in streaming in qualsiasi momento dal sito RaiPlay, cliccando su questo link .

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