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Cronache dai canili. Nonno Ugo, Gongolo, Mamy: quando la parola d’ordine è essere speciali VIDEO

Quasi 600 cani ospiti, anime che hanno vissuto l’orrore, l’abbandono, i maltrattamenti ma anche chi si è perso ed è stato recuperato o chi è nato lì, nella struttura. Un esercito di code che aspettano la loro seconda opportunità di vita.

Tra questi, ed è proprio a loro che daremo maggiore attenzione nella “puntata” di oggi, c’è un gruppo di cani “speciali”: Gongolo, Boogie, Bang, Mamy, Marito e il celeberrimo e unico Nonno Ugo. Speciali perché non sono di certo la tipologia di cani che il 90 percento delle persone guarda con occhi sognanti quando si reca a cercarne uno da adottare; speciali perché sono unici; speciali perché come loro non c’è nessuno.

Boogie

Ad accompagnarci nel viaggio per conoscerli è stata Silvia Troncia, che, oltre al suo impegno quotidiano in canile ha anche un sogno nel cassetto (in fase di realizzazione e che seguiremo passo per passo) che da quel cassetto sta venendo fuori: un rifugio per ospitare cani malati, anziani, disabili e terminali. Incredibile e impegnativo, potranno pensare in tanti: forse sì, ma se la vita deve avere un senso, quello migliore e più significativo forse è l’aiutare chi è più indifeso nei confronti del mondo, no?

Gongolo

Ma arriviamo al punto del nostro percorso e racconto: dopo aver visitato la struttura (privata e convenzionata con diversi comuni che opera dal 1989), pulita e accogliente, ci dirigiamo verso il reparto degenze. Qui veniamo accolti da un gruppetto di certo non convenzionale: c’è chi per la gioia cade a terra perché ha qualche problema di baricentro (Gongolo), chi ulula come un corvo strozzato (Nonno Ugo che attende arrabbiatissimo il suo pollo sminuzzato), chi gira e rigira con le zampe che sembrano montate al contrario (Boogie) e dulcis in fundo chi guarda con gli occhi del cuore in attesa di coccole (perché totalmente cieco) e chi, timidamente non vorrebbe altro che un divano e una coperta per passare le serate in compagnia di qualcuno che la ami così come lei ha accolto negli anni tantissimi cuccioli soli (Mamy).

Cucciolo in cerca di casa

Ognuno di questi cani ha patologie più o meno serie: leishmania (immancabile ed endemica nella nostra isola), gravi traumi neurologici da incidenti (come Gongolo che è stato trovato a bordo strada dopo un investimento. Pareva morto ed era buttato a terra da giorni, finchè qualcuno non è andato a controllare e ha visto che aveva gli occhi aperti), chi così ci è nato (come Boogie, recuperata scheletrica e senza possibilità di muoversi in autonomia ma che ora corre a modo suo e accoglie felice e festante chi si occupa di lei ogni giorno).

Nonno Ugo

E il mitico Nonno Ugo: 200 anni e non sentirli…anzi, a dirla tutta è lui che non li sente. In primis perché totalmente sordo, cieco e senza un dente ma, nei suoi 400 etti scarsi, ha un temperamento da classico pensionato testardo e impenitente. E Mamy: uno sguardo che farebbe innamorare chiunque, una dolcezza innata e un istinto materno che l’ha portata ad accogliere e ad occuparsi di qualunque cucciolo abbandonato le venisse affidato.

Signora Lea, la più anziana del canile, un vero boss

I cani di cui abbiamo raccontato la storia in questo articolo sono tutti in attesa di adozione, di un cuscino al caldo e di una mano che li coccoli e li faccia sentire al sicuro. La disabilità è solo in noi umani che la vediamo e a cui, forse, diamo troppa importanza: per loro altro non è che un modo d’essere, ci convivono e la accettano come parte di sè e se provassimo qualche volta a imparare dalle creature animali, vivremo di certo in un mondo migliore.

Per informazioni sui cani del canile Shardana: www.canileshardana.it/

Pagina Facebook: Canile Shardana

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