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Auguri Adriano Celentano: il ragazzo della via Gluck oggi compie 80 anni

Foto da "Il mondo di Adriano"

Precursore del rock, precursore del rap, precursore dei personaggi di spettacolo che hanno voluto far passare messaggi religiosi o politici nelle loro esibizioni. Adriano Celentano, il ragazzo nato in via Gluck, a Milano, il 6 gennaio del 1938, oggi compie ottanta anni e di strada ne ha fatto tantissima attraversando tutte le epoche musicali, trovandosi a suo agio in tutte le forme mediatiche, dalla radio ante litteram ai social di moderna generazione.

Nel 2012 Celentano destinò il suo cachet del festival di Sanremo (700mila euro) in beneficenza: 200mila euro andarono a due ospedali di Emergency in Sierra Leone e Sudan, mentre gli altri 500mila euro vennero destinati ai Comuni di Roma, Napoli, Bari, Milano, Verona, Firenze e anche Cagliari. In Sardegna gli 80mila euro andarono all’assessorato ai Servizi Sociali. Lo stabilì il sindaco Massimo Zedda. Il motivo? “Evitare qualsiasi tipo di discrezionalità nella scelta di singole famiglie”, dato che ogni giorno, spiegò il primo cittadino, “sono centinaia le persone che si rivolgono al Comune”. Zedda decise quindi di non destinare i soldi solo a quattro famiglie bisognose, ma di contrastare la povertà estrema attraverso il progetto “Servizio civico comunale”.

Ottanta anni e una fiction, “Adrian”, serie tv realizzata con Milo Manara che dovrebbe andare in onda sulle reti Mediaset. Rainews lo ricorda negli ottanta anni festeggiati con la sua amica di sempre, Mina, in “Tutte le migliori”, un cofanetto che raccoglie i duetti più belli già ai vertici delle classifiche di vendita. Molleggiato perché imparò a muoversi così grazie anche alle imitazioni di Jerry Lewis grazie al quale vinse anche un concorso. Figlio di immigrati pugliesi nel 1957 rimase folgorato da un 45 giri donatogli dalla mamma, era “Rock Around The Clock” di Bill Haley. Fondò i Rock Boys, partecipò, e vinse a un concorso al Palazzo del Ghiaccio di Milano con “Ciao ti dirò”. “Il Tuo bacio è come un rock” nel 1959 lo fece letteralmente decollare.

Nel 1961 l’allora ministro della Difesa, Giulio Andreotti firmò una dispensa per farlo partecipare al festival di Sanremo. Svolgeva il servizio militare e si presentò con “24mila baci“. Nel 1970 vinse Sanremo con “Chi non lavora non fa l’amore”. Sono gli anni di “Azzurro” con musica di Paolo Conte, “La coppia più bella del mondo“, “Prisencolinensinainciusol”, prima forma di rap italiano. E ancora film come “Yuppi Du”, spettacoli come “Fantastico” nei quali emerse la sua vena di predicatore.

Fu accusato di attentato alle libertà politiche dei cittadini e di violazione delle leggi elettorali per aver sollecitato i cittadini durante una puntata dello show televisivo del 1987, a scrivere sulle schede per i referendum: La caccia è contro l’ amore. Poi “Francamente me ne infischio” a “125 milioni di caz… te” e “Rockpolitick”. Nel 2012 attaccò i quotidiani cattolici (“Piuttosto che parlare del Paradiso, certe testate cattoliche parlano di politica, della politica del mondo anzichè di Dio”) e dall’Ariston piovvero fischi. Una corposa filmografia Consistente anche la filmografia da “Serafino” a “Rugantino” passando per “Innamorato pazzo” e anche una comparsata ne “La dolce vita” di Fellini. Nel 2012, a 18 anni di distanza dal suo ultimo concerto, è tornato a cantare dal vivo all’Arena di Verona in due serate, intitolate “Rock Economy” e trasmesse da Canale 5. L’ultima apparizione nel 2015 in una intervista televisiva.

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