In Italia, ogni anno che inizia porta con sé rincari di qualsiasi tipo. La novità del 2018 riguarda la spesa che facciamo tutte le settimane nei supermercati e nei centri commerciali. Dal 1 gennaio, infatti, i sacchetti per frutta, verdura, carne, pesce e pane sono biodegradabili e compostabili, ma, soprattutto, a pagamento: da 1 a 10 centesimi di euro per ogni prodotto che si acquista. Il costo varia a seconda del punto vendita e viene applicato direttamente alla cassa: il sacchetto verrà dunque battuto come qualunque altro prodotto che passa sul nastro.
Addio quindi alle bustine trasparenti ultraleggere che eravamo abituati a usare. I consumatori di dividono tra favorevoli e contrari, con questi ultimi in netta prevalenza, almeno per quanto concerne il costo del sacchetto. Alla Conad di via Jenner, si pagherà 2 centesimi, all’Eurospin 1 centesimo, all’Hardis 2 centesimi e a Carrefour 3 centesimi.
«Sono d’accordo sull’uso di materiale biodegradabile, ma a pagare non dovremmo essere noi cittadini», lamenta Michela Pisu, giovane mamma intenta ad acquistare delle arance alla Conad di via Jenner. «Ennesimo rincaro da parte di questo governo – attacca Laura, mentre imbusta delle melanzane all’Hardis di viale Marconi – Non ho nulla contro il biodegradabile, ma i sacchetti sono molto fragili e rischiano di rompersi». Di diverso avviso Antonio, mentre prende il pane all’Eurospin di via Stamira: «Alla fine, il costo è talmente irrisorio da non accorgersene nemmeno. Bisogna stare attenti all’ambiente, quindi non vedo nulla di sbagliato. Forse i prezzi dovrebbero essere tutti uguali, questo sì». Per molti, sarà un incentivo a tornare a fare la spesa nelle botteghe di quartiere.
Il provvedimento fa parte del decreto sul Mezzogiorno approvato lo scorso agosto e prevede che la materia prima del sacchetto sia rinnovabile al 40%. Chi ha pensato, anche solo lontanamente, di aggirare la nuova normativa portando sacchetti da casa, dovrà abbandonare l’idea. Come ogni legge, infatti, è prevista anche una sanzione per chi trasgredisce: secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, varierà da 2.500 euro a 100 mila euro se la violazione riguarda grandi quantità di buste di plastica. Lo stesso dicasi se il valore delle buste non conformi alla normativa supera del 10% il fatturato del trasgressore.
Un sondaggio condotto da Ipsos Public Affairs svela che sei italiani su dieci sono favorevoli all’utilizzo del materiale biodegradabile per le buste, ma uno su tre è contrario al pagamento. Nonostante ciò, 59% reputa che 2 centesimi sia un costo accettabile. In una dichiarazione rilasciata all’Agi, Legambiente, per bocca del direttore generale, accoglie con soddisfazione la nuova legge, pur sostenendo che il costo debba fermarsi a 2-3 centesimi ed essere uguale per tutti i punti vendita. Il Codacons, al contrario, stima un aggravio per i consumatori di 20-50 euro all’anno.