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Sotto l’albero dei cagliaritani? Grande successo per i prodotti del Cannabis Store

Il successo di pubblico registrato già all’inaugurazione di novembre lo aveva annunciato, e i risultati non si sono fatti attendere nonostante la posizione «non ottimale, siamo un poco decentrati», del negozio. Ma a pochi giorni dal Natale è Ignazio Manca, proprietario del Cannabis Store Amsterdam Cagliari in via Gaetano Cima, a tirare le somme raccontando una settimana di vendite più che positiva. Risultati che, senz’altro, paiono confermati dagli scaffali semivuoti del quarto Store del franchising aperto in Sardegna.

L’assortimento è ampio: sopratutto tè e biscotti, ma anche lecca-lecca, tisane, tazze e abbigliamento loggato. «Che però – precisa Manca – ha avuto molto meno successo rispetto ai prodotti alimentari». Perché? «I cagliaritani non sono ancora pronti a regalare o portare indumenti raffiguranti una foglia di cannabis. Ma sono curiosi, vengono a farci domande. E si stanno avvicinando al prodotto, a partire dal té per esempio, che è uno dei più venduti». Tanti semplici curiosi, altri  consapevoli degli effetti positivi, spesso però eccessivamente ottimisti. «Vengono in tanti alla ricerca di prodotti che possano alleviare i malesseri provocati da malattie molto gravi, come la Sla. Noi, purtroppo, non possiamo aiutarli, si parla di tutt’altro livello».

Alla base delle reticenze degli altri, con tutta probabilità, stanno invece tabù che ancora paiono ben radicati. «Si tende ancora a non avere ben chiara la differenza fra prodotti come i nostri e quelli con effetti sballanti». Perché una differenza, come spiega Manca, c’è ed è sostanziale: «Per rimanere sul generale va detto che esistono diversi principi attivi della cannabis, e i più noti sono cannabidiolo e THC. Se una presenza del primo presenta effetti positivi rilassanti e antinfiammatori, alte concentrazioni del secondo portano ai più noti effetti euforizzanti e “sballanti”», racconta. Fondamentale quindi un’ulteriore precisazione: «La nostra legislazione vieta la vendita di prodotti con un THC superiore al 0.2».

Impossibile non chiudere con una domanda sull’eventuale presenza di oppositori. «Nei giorni dell’apertura l’appartenente a un movimento contrario alla legalizzazione delle droghe leggere mi ha chiesto che tipo di messaggio stessimo mandando – racconta Manca. Ma l’ho detto e lo ribadisco: nessun messaggio, vendiamo un prodotto consentito dalla legge, e ne promuoviamo gli effetti benefici».

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