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Che fatica diventare avvocati: più di 200 in fila oggi a Cagliari per la prima prova scritte dell’esame di Stato (VIDEO)

Alle 7:30 del mattino i cancelli di viale Diaz vengono aperti. La fiumana di persone che dall’alba è rimasta in paziente attesa fuori si mette a correre, trolley al seguito o lasciato all’amico che ti ha mandato in avanscoperta. La meta è distante pochi metri, il padiglione della Fiera di Cagliari dove da oggi e per i prossimi due giorni si terranno le prove scritte dell’esami di abilitazione per avvocati del 2017.

Le persone corrono per riservarsi i posti migliori in aula, anche se fuori da questa devono attendere un’altra ora e mezza prima di entrare (l’inizio delle prove è stabilito per le 9 in punto). Nei trolley, i codici e i vari testi normativi consultabili, più l’acqua e il cibo necessari per sostenere una prova di ben 7 ore. Chi corre spesso lascia il trolley all’amico, con la promessa di riservargli poi un posto una volta fatti entrare.

Laureati in giurisprudenza da tutta la Sardegna, a questo giro si contano almeno 200 persone. Le età, e le storie, sono spesso le più varie, qualche testa presenta i capelli bianchi. Daniele ha 38 anni, e fa l’infermiere. La laurea in giurisprudenza l’ha conseguita molti anni fa, nel frattempo ha visto dai colleghi di studi le grosse difficoltà che si incontrano nel riuscire a vivere, oggi, della professione forense: «Decisamente oggi non si può più vivere imparando una sola arte» afferma Daniele, con il sorriso, «e così, nel 2011, ho intrapreso l’altra mia grande passione, la carriera da infermiere. Il mercato per gli avvocati è più che saturo, solo a Sassari ci sono un avvocato ogni 150 persone». Gli chiediamo come mai la scelta di tentare comunque l’abilitazione: «Con questo titolo potrei unire le cose, fare l’infermiere in ambito forense. In ogni caso, è una porta in più che mi lascio aperta».

Se Daniele resterebbe in ogni caso in Sardegna, per stare vicino al figlio avuto da poco, sono diversi i giovani sardi pronti con le valigie. Fabrizio, 31 anni, si mette in gioco dopo master e dottorati di ricerca in ambito internazionale: «Restare in Sardegna? A chi non piacerebbe? Ma la situazione è quella che è, bisogna tenere in conto la possibilità molto concreta di doversi trasferire, in Italia come all’estero. Secondo me il mercato si sta anche un po’ riaprendo, perché molti non provano neanche più ad abilitarsi, spaventati dal numero comunque alto di professionisti».
A Daniele fanno eco Federica, Giuseppe, Elisa, divisi tra chi sogna di impegnarsi in realtà diverse dalla Sardegna, «più dinamiche» ci dice testualmente Federica, e chi vorrebbe stare nell’isola dove è nata e si è formata, ma che non offre tantissimo. Elisa, 26 anni, laureata in corso con voti eccellenti, sa che il mercato è saturo ma non si spaventa: «Ci vogliono passione e determinazione, cose che a me e a molte persone qui non mancano affatto. Le difficoltà sono altre, ad esempio passare un esame organizzato come un vero e proprio concorso, quando non dovrebbe essere così, e dovrebbe garantire trasparenza».

Chiediamo spiegazioni: « Ho tentato l’esame anche l’anno scorso, non ho mai saputo perché i miei temi non sono stati valutati bene. Non si conoscono i criteri di correzione né quelli di valutazione. Si sa solo che una quota passa, il resto no. Non è giusto sia così, in medicina e in infermieristica ad esempio c’è molta più trasparenza».

Le persone si accalcano presso una scala mobile ferma, al primo piano della struttura l’aula da cui tutte usciranno verso le 16/17, i controlli fanno entrare a poco a poco.
Sul posto un’ambulanza, volontari della protezione civile, carabinieri. Oggi la prova verterà sulle materie civilistiche, ai candidati è richiesto scegliere tra due tracce e redigere un parere sul caso nel tempo di sette ore. Domani toccherà all’ambito penale, la terza e ultima giornata i candidati dovranno invece redigere un atto giudiziario. Il tutto sarà valutato da una commissione di avvocati e accademici provenienti da varie sedi della Sardegna. Verso giugno 2018 si saprà chi sarà ammesso alle prove orali e chi, invece, dovrà tentare un’altra volta.

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