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Nel 1981 Giovanni Paolo II augurò al Cagliari di vincere presto un secondo scudetto

gigi riva e giovanni paolo II

Agli albori degli anni ’80, dopo un triennio nel Purgatorio della Serie cadetta, il Cagliari si riaffaccia finalmente in Serie A. Il campionato 1979-80 si chiude con un lusinghiero ottavo posto. Nella stagione seguente alla guida della squadra è confermato Mario Tiddia, proprio “Cincinnato” sarà un tramite per la visita privata, del Cagliari, al Santo Padre Giovanni Paolo II. Il tecnico di Sarroch poteva vantare in famiglia un Vescovo, l’allora ausiliare di Cagliari Pier Giuliano Tiddia, suo cugino. La richiesta dell’allora presidente del sodalizio rossoblù, Mariano Delogu, poteva essere in questo modo presentata alla Segreteria Apostolica con maggior facilità. La visita dopo qualche tempo si concretizza ed il Cagliari – vista la trasferta a Roma (29 marzo 1981), per disputare l’incontro con i giallorossi di Falcao e Bruno Conti, in corsa per lo scudetto guidati da Niels Liedholm – ottiene un’udienza privata per il giorno precedente. A guidare la delegazione è naturalmente il presidente Mariano Delogu. Fanno parte del nutrito gruppo anche Gigi Riva, il Vescovo Pier Giuliano Tiddia, il sindaco di Cagliari Bachisio Scarpa e naturalmente tutta la rosa del Cagliari.

Particolarmente toccante la stretta di mano tra l’ex bomber Rombo di Tuono, Gigi Riva e l’oggi San Giovanni Paolo II, al quale ricordò d’aver giocato a calcio anch’egli in gioventù. L’avvocato Delogu, a nome di tutta la società che rappresentava, donava a Giovanni Paolo II un artistico crocifisso in oro e corallo, opera di un noto orafo sardo, il Sommo Pontefice offriva a tutti una medaglia ricordo del suo pontificato.

Nel discorso, Giovanni Paolo II, nell’esortare i rossoblù ai sani valori sportivi, ricordava loro l’esempio da dare alle masse degli appassionati che costantemente ne seguivano le gesta e che questi valori dovevano accompagnarli anche dopo aver smesso l’attività sportiva. Alla battuta del presidente Delogu «Non credo che il Cagliari possa vincere un secondo scudetto, almeno non in tempi brevi». Il Giovanni Paolo II replicò «Lei non crede che la sua squadra tornerà a vincere lo scudetto. Io, invece, le auguro che questo possa accadere». Compiaciuto l’avvocato Delogu ricordò a Giovanni Paolo II la visita a Cagliari si Paolo VI, proprio durante i festeggiamenti dello scudetto per la ricorrenza della Madonna di Bonaria nel 1970, nel quale, Papa Montini, si rallegrò con i sardi per il recentissimo successo. Delogu invitava, dopo aver ringraziato il Santo Padre per la visita privata, a visitare la Sardegna «Venga in Sardegna. I sardi che lottano per sfuggire all’emarginazione, determinata da retaggi storici prima che da situazioni geografiche, accoglierebbero con incontenibile gaudio Papa Giovanni Paolo II».

L’auspicio del presidente Delogu si concretizzò 4 anni dopo, quando nell’ottobre del 1985, Papa Giovanni Paolo II visitò l’intera Sardegna. Il giorno successivo il Cagliari guidato da Mario Tiddia scese in campo all’Olimpico, la Roma, recuperati Falcao da un infortunio e Turone da una squalifica, vinse di misura grazie ad una rete di Bruno Conti giunta ad appena 10 minuti dalla conclusione. In questo modo sfumava il sogno di Tiddia, che a lungo aveva sperato in un pareggio. Il Cagliari chiuse quel campionato 1980-81 con un sorprendente sesto posto anche grazie ai suoi tre attaccanti: Gigi Piras, Pietro Paolo Virdis e Franco Selvaggi, quest’ultimo ormai nel giro della Nazionale.

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