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Cagliari: per vincere occorre cinismo, quello dimostrato dall’Inter di Spalletti

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Forse bisognerebbe abbandonare il bel gioco e fare della bruttezza una propria virtù. Il Cagliari gioca bene, va vicino (vicinissimo!) alla marcatura e poi sono gli altri segnare alla prima occasione. Probabilmente si tratta di sfortuna quanto di piglio da squadra di medio-bassa classifica che risponde presente ai cliché di squadre della sua taglia.

Ieri l’Inter ha fatto tre gol su quattro tiri in porta, ha preferito attendere davanti all’intraprendenza rossoblù ed ha avuto la pazienza necessaria per colpire col solito impeccabile Mauro Icardi (15 reti in quattordici presenze, un mostro sin qui). A Spalletti è bastato predicare calma, cambiare la disposizione di alcuni interpreti e consentire a Candreva di sganciarsi dal raddoppio costante di Ionita e Padoin per servire il gioiellino al proprio bomber. In tutte le occasioni non c’è stato molto da fare, la superiorità tecnica e mentale della capolista ha avuto la meglio sulla buona volontà, le idee creative e la tonicità dei cagliaritani. « Stasera la squadra nel momento di difficoltà ha saputo soffrire da grande squadra. Nel secondo tempo siamo riusciti a gestire bene la partita, trovando palleggio e prendendo le misure per sviluppare il nostro gioco » ha dichiarato Luciano Spalletti in sala stampa, ben conscio di avere una squadra che lo segue a menadito e che vede i risultati susseguirsi in maniera perfetta.

Eppure Diego Lopez l’aveva preparata bene questa partita. Aveva dato quella aggressività che altre squadre non ci avevano messo, quella voglia di arrivare primi su ogni pallone, sorretto dai recuperi tempestivi di Cigarini e Barella e dai cross sibillini di Faragò e Padoin. I primi 45 minuti, gol di Icardi a parte, sono stati frutto di un monologo rossoblù senza precedenti a cui è mancata solo la gioia del gol. Esattamente come accaduto a Torino con la Juve e a Milano col Milan, il bel gioco non paga. A volte, forse, basterebbe essere semplicemente più cinici e più diretti, sperando che davanti il portiere avversario non la veda. Quella di ieri non è stata quella notte, con Handanovic che è andato a togliere dalla porta un vantaggio praticamente fatto di Pavoletti, e lì è cambiato un po’ il corso psicologico della partita.

Manca ancora quel guizzo che dia a questa squadra l’assetto definitivo, manca quel cinismo che riduca la percentuale degli errori sotto porta: anche ieri sono stati diversi, tra tiri fiacchi e parate di Handanovic. Il gol che riapre la partita è un parziale risarcimento ad un Pavoletti battagliero ma anch’egli rincorso dalla sfortuna. I gol subiti invece non cambia la gara della difesa, che ha retto benissimo per larghi tratti ed è stata punita solo dalla maggiore qualità avversaria. Attendendo i risultati odierni, Lopez ora deve pensare alla trasferta di Bologna dove sarà bene prendersi qualche punto in casa di una formazione in salute.

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