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Non solo calcio. Il nuotatore Marcello Guidi, lo squalo sardo della Nazionale di Fondo

Marcello Guidi

Marcello Guidi ha appena ventanni ma nella sua bacheca sono appese già svariate medaglie dal calibro assoluto. Al di là del valore intrinseco del metallo, lo squalo sardo è un’eccellenza nazionale in acqua: in vasca varia dai 200 ai 1500 metri stile libero, mentre in acque libere naviga dai 5 ai 10 chilometri.

Ogni suo traguardo trasuda di un’incondizionata passione e tenacia: otto medaglie nei Campionati Italiani (tre bronzi, tre argenti e due ori) e sette distintivi negli Italiani di Fondo (tre bronzi, due argenti e due ori) e una, la più sentita, l’argento negli Italiani di nuoto in vasca.

Andiamo a conoscere meglio l’atleta cagliaritano che, nella sua umiltà riversa tutta la sua dedizione per il nuoto, disciplina scoperta nel tempo e alimentata ogni giorno di più. Marcello nella sua quotidianità si sdoppia tra il nuoto e lo studio, frequenta infatti il secondo anno nella facoltà di Economia Aziendale.

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 Marcello Guidi nuotatore 9  

Marcello, come hai scoperto il nuoto?

«Ho iniziato la mia attività agonistica quando ero Esordiente B secondo anno, per cui quando avevo nove anni. Il nuoto da piccolo non è mai stata una grande passione, ero costretto dai miei genitori ad andare alla Rari Nantes, la mia prima società, perché faceva bene alla salute.»

Poi, come hai scoperto il tuo talento in acqua?

«Piano piano ho iniziato a pormi obbiettivi sempre più ambiziosi. Nel 2015 ho cambiato società e sono approdato al Nuoto Club Cagliari: qui ho migliorato un sacco i miei tempi, riuscendo ad essere inserito nella Nazionale di Fondo, prima Giovanile e in seguito in quella Assoluta.»

Qual è, fino ad ora, il tuo più bel ricordo?

«L’argento ai Campionati Italiani di categoria nei 1500 dove ho stabilito il nuovo record sardo assoluto.»

E la delusione più grande?

«La mancata convocazione agli Europei giovanili per soli 2 decimi in una gara di 10km, una vera sfortuna.»

Cosa ti ha portato a diventare l’atleta professionista che sei ora?

«Sono diventato quello che sono grazie ai tanti sacrifici fatti e alla forza di volontà negli allenamenti. Non ho mai mollato, anche nei momenti più sconfortanti. Avrei potuto scegliere di uscire più spesso con gli amici, andare in discoteca o uscire con il massimo dei voti trascurando lo sport, come fa la maggior parte dei miei coetanei. Invece ho sempre scelto il nuoto.»

Cosa significa per te “sacrificio”?

«Non vuol dire alzarsi presto la mattina, studiare dopo allenamento e non uscire spesso con gli amici. Significa non arrendersi mai, privarci costantemente con la mentalità che, ogni singolo allenamento, può essere l’ultimo prima della gara più importante della stagione.»

Che cos’è per te il nuoto?

«Una parte fondamentale della mia vita, mi sento più a mio agio in acqua che sulla terraferma. Non riuscirei a stare per più di dieci giorni fuori dall’acqua, motivo per il quale le mie vacanze estive non durano più di due settimane.»

Come si svolge la tua giornata tipo?

«Le mie giornate sono abbastanza monotone, tranne il weekend dove riesco a trovare il tempo anche per uscire. Mi alzo alle 6 per entrare in acqua dalle 7 alle 9, poi vado all’università fino alle 14:15. Mi rialleno dalle 14:40 alle 17:00 per terminare la giornata studiando il più possibile, prima di andare a dormire verso le 22:30.»

Qual è il tuo prossimo obbiettivo?

«La qualificazione agli Europei del 2018.»

Quali sono i tuoi pensieri, se ne hai, mentre gareggi?

«Cerco sempre di essere me stesso, alla fine è proprio quello che mi consente di interpretare al meglio le gare. Cerco di stare concentrato su ogni singola bracciata, soprattutto quando sopraggiunge la fatica.»

Come contrasti i momenti di calo?

«Cerco di trovare la forza dentro di me, anche se la mia ragazza e il mio allenatore sono i miei principali riferimenti.»

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

«Come ogni nuotatore o sportivo, partecipare ad un Olimpiade.»

Che rapporto hai con il tuo allenatore?

«Buono, abbiamo un’ottima intesa. Ormai dopo tre anni riusciamo a capirci al volo.»

Oltre al nuoto, hai altre passioni?

«Il calcio, mi entusiasma molto guardarlo alla tv. Soprattutto le partite della mia squadra del cuore, la Juventus.»

Se non avessi fatto nuoto, in quale altro sport ti saresti dilettato?

«Credo pallanuoto. Ma indipendentemente dalla disciplina, qualsiasi ragazzo dovrebbe praticare uno sport perché aiuta a maturare, si fanno nuove  amicizie e si affrontano sfide sempre diverse che, nella vita quotidiana, non è facile trovare.»

Chi ti senti in dovere di ringraziare?

«In primis la mia famiglia. Mi stanno permettendo di inseguire i miei sogni, e, insieme a me, fa tanti sacrifici per farmi sentire realizzato. Poi la mia società e i miei compagni, oltre alla mia ragazza per la sua quotidiana vicinanza.»

 

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