Cagliari, qualche passo avanti e tanti di lato. Gli errori individuali pesano nell’economia delle partite
Il Cagliari che esce sconfitto da Torino vede 1/4 del bicchiere pieno: bene il vantaggio, bene la tenuta tattica nel primo tempo. A punire i rossoblù sono state due errori individuali difensivi, l’abbassamento del baricentro e la poca tranquillità nel
Il Cagliari che esce sconfitto da Torino vede 1/4 del bicchiere pieno: bene il vantaggio, bene la tenuta tattica nel primo tempo. A punire i rossoblù sono state due errori individuali difensivi, l’abbassamento del baricentro e la poca tranquillità nel cercare di riacciuffare il risultato. Il 2-1 di ieri notte salva Sinisa Mihajlovic e dà molte indicazioni a Diego Lopez su quali settori occorra investire tempo per colmare le lacune. Il percorso è ancora lungo, ma il tecnico uruguayano pare aver compreso le linee guida da seguire.
Innanzitutto il passaggio alla difesa a tre uomini ha dato una solidità maggiore in fase di ripiego. Lopez ha capito che il Cagliari ha dei difensori puri e manca di terzini prettamente difensivi. Non è un caso come sia Faragò che Miangue stiano ottenendo maggiori risultati giocando svariati metri più avanti rispetto alla linea difensiva. Questo aspetto permette una maggiore propensione al cross e allo sviluppo di gioco sulle fasce, senza lasciare scoperta la retroguardia. Persino Simone Padoin sta tornando su livelli discreti col ritorno in mezzo al campo, le cui qualità balistiche sono utili per Barella e Cigarini nell’impostazione della manovra. Manovra alla quale ha dato impulso anche Joao Pedro, utilizzato nell’inedito ruolo di regista basso nel corso dell’assalto finale alla porta di Sirigu. « Il nostro centrocampo ha molta qualità » ha spiegato l’allenatore in sede di conferenza stampa post partita, « però dobbiamo lavorare tanto perché sono stati commessi diversi errori tecnici che non ci hanno permesso di chiudere la partita nel primo tempo quando il Torino non era al meglio ». Una disamina perfetta su quello che funziona a sprazzi, con Cigarini e Barella che si accendono e si spengono con troppa facilità, prestando il fianco a errori in un caso e generosa aggressività nell’altro caso.
Per quanto abbia avuto tantissime occasioni, è pur vero che il Torino ha vinto sulle uniche due disattenzioni difensive dei rossoblù. La dinamica è stata la stessa: break di Ljajic, Ansaldi è stato libero per due volte per servire ai compagni un tap-in facile facile. Eppure il Cagliari ha avuto dalla propria la bellezza di quattro contropiede, di cui solo uno andato a buon fine. Risulta difficilissimo avere così tanto spazio in trasferta e non aver approfittato della situazione è certamente una nota di demerito. « Quando andiamo in trasferta e le squadre ci concedono ben quattro contropiede non possiamo buttare al vento le possibilità. C’è ancora tanto da lavorare anche su questo, c’è rammarico e sinceramente non accetto questa sconfitta. Oggi si poteva vincere ». Un Diego Lopez arrabbiato e battagliero come il primo giorno giustamente non se la sente di tornare a casa con zero punti. Ed una volta tornato in Sardegna dovrà parlare a lungo coi suoi anche sulla gestione dei momenti d’affanno: il baricentro infatti si abbassa e si schiaccia, nelle ripartenze i giocatori devono affidarsi ai lanci lunghi o vagare nel deserto, consentendo alle avversarie di recuperare più agevolmente la palla e di offendere la porta difesa da Rafael.
Col Verona ora arriva una nuova gara da dentro-fuori, viste le vittorie di Udinese e Spal che hanno sparigliato di nuovo le carte. La zona rossa dista sempre tre punti ma la classifica si è allungata e staccarsi dalle pericolanti con una vittoria su una contendente alla salvezza è obbligatoria. Al rientro ad Asseminello ci saranno sia Deiola che Melchiorri, quest’ultimo autore di una prestazione confortante sabato scorso con la maglia della Primavera. Da monitorare le condizioni di Cossu, Cragno e Pisacane, con quest’ultimo che potrebbe rientrare presto in gruppo.
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