La chiamavano “La Spericolata” o anche “L’Intrepida”. Moto, auto, qualsiasi cosa che andasse veloce per lei era un brivido irrinunciabile. Carmen Usai, a 87 anni, tornerà al volante per inaugurare la cronoscalata Alghero-Scala Piccada, prevista per domenica 29 ottobre, la stessa corsa leggendaria a cui partecipò nel 1955 – prima edizione assoluta – a bordo di una Fiat 500 C.

Carmen Usai – Foto di storiedialghero.it

«Voglio una macchina bella, con un bel rombo di motore. Sì, mi devono dare una bella macchina perché voglio fare un’ultima gara», ha detto l’anziana pilota, pronta a ripercorrere alcuni dei tornanti della strada tra Alghero e Villanova Monteleone. 

Carmen Usai non è stata solo pilota di auto e moto, ma ha dedicato un’intera vita allo sport, dalla pallavolo alla pallamano passando per pallacanestro, scherma, pattinaggio e lancio del disco. «Ho iniziato per caso a fare la prima gara – racconta all’Ansa – Avevo una 500 C scassata, e un amico, Franco Sciarra, un pilota, avendo visto come guidavo mi ha proposto di fare la Scala Piccada. Allora i miei fratelli hanno messo un po’ a posto la 500 e ho partecipato alla gara, senza fare neanche le prove, senza conoscere il percorso. Quando ho tagliato il traguardo ho visto il pubblico che si è alzato in piedi e io mi sono ritrovata con la cloche dello sterzo in mano. Tutti i giovani dovrebbero provare queste emozioni, non facendo pero’ come facevo io, che rubavo le auto sotto casa per andare in giro per la citta’ con la mia amica Bruna».

«Scusi, chi comanda in casa?»: questa la domanda che il documentarista Rai Luca Pinna rivolse alle donne sarde nel 1965.

«Io e mio marito» risponde la prima intervistata che poi racconta la gestione delle finanze della famiglia, compresa quella dello stipendio del figlio maggiorenne ancora in casa.

Più netta la risposta della seconda intervistata che davanti al focolare domestico acceso replica seccamente: «La moglie comanda, il marito va a lavorare. Porta i soldi a casa e li consegna alla moglie. L’educazione spetta alla mamma. La padrona sono io».