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Il viaggio di Autunno in Barbagia: nel fine settimana andiamo a Ottana, il paese di Boes e Merdules

Ottana, Boes e Merdules - Foto di Boa Campbell, Fonte www.merdules.it

Nel prossimo fine settimana uniamoci al viaggio di Autunno in Barbagia, per conoscere il lato più intimo della Sardegna. La mostra itinerante che celebra l’anima sarda più selvaggia non si arresta e procede, spedita, per raggiungere le sue prossime destinazioni. Salutate Sorgono e Belvì, in questo nono magico appuntamento, le ricchezze materiali e immateriali dell’entroterra isolano andranno in scena nelle “cortes” di Aritzo e Ottana, dal 28 al 29 di ottobre. Folclore, tradizioni, i sapori e i profumi della Sardegna più remota faranno, come sempre, gli onori di casa, ma questa volta vogliamo condurvi in una località che è nuova al circuito di Autunno in Barbagia: un luogo dove ancora – nonostante il profondo processo di industrializzazione ne abbia in parte modificato aspetto e abitudini – magnifici riti ancestrali riemergono dalle viscere del passato. Oggi, andiamo a Ottana, il paese di Boes e Merdules.

Ottana, scultura all’interno del paese – Foto di Giovanni Soletta, Fonte www.merdules.it

Ottana, altra faccia della scultura all’interno del paese – Foto di Giovanni Soletta, fonte www.merdules.it

Un tempo sede vescovile e centro dalla forte impronta agro-pastorale, Ottana è un paesino dall’economia prevalentemente industriale che si incontra nella Barbagia di Nuoro, a circa trenta chilometri dalla capitale barbaricina. Adagiato su un’ampia vallata, questo centro sorge a ridosso di alture collinari boscose, confine naturale con la Barbagia di Ollollai, che poi si elevano sino al massiccio del Gennargentu. La natura circostante è caratterizzata dalla pianura, che raramente si interrompe con piccoli rilievi: qui, è il paesaggio fluviale a regnare incontrastato, quello plasmato dal fiume Tirso che scorre a Ovest del paese, per poi andare a formare il lago Omodeo. L’abitato, in buona parte modificato, conserva ancora, nel suo centro storico, alcuni scorci dell’antica struttura architettonica, con vicoli stretti su cui si affacciano basse dimore dai muri di pietra. Proprio qui, su una piccola altura dominante, si erge uno dei monumenti sacri più importanti della Barbagia, l’antica cattedrale di San Nicola, ricostruita intorno al 1160 su una preesistente chiesa altomedievale. Ottana mostra il volto del progresso, quello scolpito dai grandiosi progetti industriali del passato, ma il suo ghigno è quello del pastore, dell’artigiano e del contadino: attività che oggi si riscoprono sotto la polvere del sogno industriale. Nonostante l’industrializzazione abbia inciso sulla vita della comunità, Ottana stringe ancora forte il legame con le più arcaiche tradizioni, come quelle legate ai riti agrari di un tempo, e per le quali il paese è celebre. Sono i suoni e le atmosfere de “Su Carrasegare” (il carnevale), che si accendono a metà gennaio, con i fuochi di Sant’Antonio Abate, quando “Sos Boes” e “Sos Merdules” ritornano dal passato, vestendo pelli di pecora e indossando maschere ricavate dal legno di pero selvatico, dette “Carazzas”. Questi personaggi – principali protagonisti del carnevale locale – sono il simbolo di Ottana e inscenano la sacralità dell’antico mondo agro-pastorale: “Su Merdule” indossa una maschera dal volto umano e rappresenta il padrone, l’uomo che cattura e doma l’animale, mentre “Su Boe” porta una maschera taurina e rappresenta appunto l’animale che, invano, cercherà di ribellarsi; compare, infine, una terza e interessantissima maschera, chiamata “Sa Filonzana”, una spaventosa figura di una vecchia che fila la lana grezza. La comunità ottanese, inoltre, è fortemente legata a un profondo sentimento spirituale: ciò non vale solo per le celebrazioni religiose di maggio, in onore di San Nicola, ma anche per i riti dedicati alla Settimana Santa che culminano con “S’Incravamentu”, una coinvolgente cerimonia accompagnata dal coro de “sos tenores”.

Ottana, “Su Boe”- Foto di Boa Campbell, Fonte www.merdules.it

Ottana, “Su Merdule” – Foto di Boa Campbell, Fonte www.merdules.it

Ottana, maschera Sa Filonzana – Foto di Luca Pisci, Fonte www.merdules.it

 

Arcaiche tradizioni e forte spiritualità, magnifica arte sacra e un’anima antica e selvaggia che si cela dietro al volto della modernità: sono tanti i motivi per visitare questo paese, il cui nome – in sardo “Otzana” – ha un’etimologia sconosciuta. Probabilmente di origine protosarda, secondo alcuni studiosi deriverebbe, invece, dalla locuzione latina “villa Ottiana”, ovvero “tenuta o fattoria di Ottio”, un latifondista romano. Del tutto fantasiosa sarebbe, invece, l’ipotesi che lega Ottana alla radice fenicia “Oz” con il significato di “fortezza”.

BREVI CENNI STORICI. Interessante è anche la storia di questo paese che, sin dall’antichità, è stato un importante centro di riferimento per tutta l’area circostante. Tracce significative di un passato remotissimo giungono sin dal Neolitico recente: domus de janas, muraglie e strutture megalitiche, ma anche necropoli come quella di “Sa Pranedda”. Non mancano, poi, le testimonianze dell’età dei metalli, quali tombe dei giganti, pozzi sacri, nuraghi e insediamenti, tra cui il più ricco è quello di Bidinnannari. Oltre all’impronta lasciata dagli antichi Sardi, a Ottana, profondo è stato il solco della civiltà Punica, che ha plasmato la comunità, soprattutto nelle tradizioni locali: si ritiene, infatti, che “Sos Merdules” derivino proprio da un rito orgiastico punico. Anche i Romani frequentarono questa terra, trasformandola in un importante centro economico e in un punto strategico-militare, indispensabile protezione contro le sollevazioni dei popoli barbarici. Fu in epoca medievale, però, che si scrissero le pagine più belle della storia ottanese, quando il centro, dopo essere entrato nel Giudicato di Torres, divenne sede di diocesi, intorno all’anno 1000: proprio in quel periodo si costruì la cattedrale romanica di San Nicola che fu consacrata nel 1160 e omaggiata, nella prima metà del 1300, dal futuro Giudice di Arborea, Mariano IV. Ottana rimase sede vescovile sino al 1503, quando con una bolla papale si chiuse per sempre quel ricco periodo di fasto e splendore, a cui seguì l’abbandono e la decadenza: proprio sul finire del Cinquecento molti abitanti lasciarono il paese, a causa di una terribile epidemia malarica, e si trasferirono a Nuoro e sulla vicina montagna, fondando – secondo la leggenda – il vicino centro di Bolotana. Negli anni ’70 del secolo scorso, il paese fu scelto come sito preferenziale per l’insediamento di grosse realtà industriali petrolchimiche e tessili, ma quell’ambizioso progetto non ebbe gli esiti sperati e, al momento, la comunità sta riscoprendo le attività delle origini.

Ottana, pastore di Ottana -Foto di Claudio Gualà

COSA VEDERE. La storia ottanese ha lasciato in eredità importanti tracce del passato e, di conseguenza, le attrazioni del paese sono numerose. Tra i vari siti archeologici presenti sul territorio, oltre alle domus de janas di “Sas Concas” e di “Sorgosìo”, interessante è il già citato sito di “Bidinnannari”, composto da un nuraghe “misto” e un insediamento abitativo con varie strutture funerarie: un piccolo dolmen, quattro tombe dei giganti e una tomba ad “allée couverte”. La vera perla di questo centro barbaricino è, però, l’affascinante architettura romanica, che imponente si impone sull’abitato, della chiesa di San Nicola, caratterizzata da un’alternanza bi-croma di trachite nera-violacea e trachite rosa: l’interno, magnifico, custodisce la famosa “Pala dei Santi Francesco d’Assisi e Nicola di Bari”, nota anche come “Pala di Ottana”, un polittico trecentesco attribuito al cosiddetto “Maestro delle tempere francescane”, pittore della scuola del Lorenzetti, attivo tra il 1330 e il 1345. Il dipinto, realizzato a tempera su tavola con fondo d’oro, ritrae, nel trittico inferiore, i Santi  Francesco e Nicola e le storie sulla loro vita, mentre, nella tavola superiore, ai piedi della “Madonna col Bambino”, è ritratto il vescovo francescano Silvestro di Ottana e il donnicello, l’erede al trono giudicale: come riportato nell’iscrizione dipinta sulla tavola stessa, sarebbe il giovane Mariano IV d’Arborea. Accanto all’ex cattedrale, sorge, poi, la chiesa quattrocentesca di Santa Maria.

Ottana, murale nell’abitato – Fonte www.lamiasardegna.it

Ottana, nuraghe del sito Bidinnannari – Fonte www.lamiasardegna.it

Ottana, la chiesa di San Nicola – Fonte www.cuoredellasardegna.it

Ottana, Pala di Ottana – Fonte www.sardegnaturismo.it

NATURA. Interessante è anche la natura che circonda l’abitato, posto ai bordi dell’area alluvionale del fiume Tirso, e che, differentemente agli altri centri della Barbagia, qui è prettamente pianeggiante: la punta più elevata è quella del monte Nieddu, che raggiunge circa 560 metri di altezza). La natura ottanese, dominata da paesaggi fluviali, è rifugio di lepri, anatre selvatiche, testuggini d’acqua dolce e galline prataiole. A pochi chilometri dall’abitato, sorge il parco comunale di Monte Urrò, immerso in un piccolo bosco di sugherete, rovelle e macchia mediterranea, in cui si erge la chiesa campestre di San Pietro Messalenis: costruita nel 1991, la chiesetta è dedicata a un monaco originario di Ottana, vissuto nel XV secolo e conosciuto come Pietro di Sardegna, o San Pietro Sardo.

Ottana, domus de janas di Sas Concas – Fonte www.wikimapia.org

 

Ottana, statue nel centro abitato – Fonte www.lamiasardegna.it

CUCINA E ARTIGIANATO. Ottana mantiene un forte legame con le origini anche nei sapori della sua tavola, preparati secondo antiche usanze della vita agro-pastorale. Oltre al tipico “pane ’e fresa”, tra le specialità ottanesi spiccano “sos cogones”, panzarotti cotti al forno e ripieni con pomodori, patate e, nella variante di mare, con pesciolini mangiatutto. Simbolo di Ottana è il dolce chiamato “s’angule”, in origine preparato come ex voto, oggi è preparato soprattutto durante le celebrazioni religiose in onore di San Nicola. L’artigianato locale regala preziose creazioni, frutto soprattutto dell’arte dell’intaglio del legno, quali le maschere tipiche del carnevale ottanese. Per conoscere meglio la cultura originaria di Ottana, potete visitare il museo Casa Barca, una vetrina sul passato di tradizioni, cultura e passione della comunità.

Ottana, tradizioni – Fonte www.cuoredellasardegna.it

 

Ottana, intaglio maschera Sos Boes – Fonte www.cuoredella sardegna.it

Se per il nono appuntamento di Autunno in Barbagia, volete andare a Ottana, il paese di Boes e Merdules, qui trovate il programma completo.

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