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La Sardegna tende la mano al Senegal: 628 mila euro per la siccità nella regione del Matam

L'assessore agli Affari Generali Filippo Spanu dopo la firma dell'accordo di cooperazione e sviluppo con il Senegal

L'assessore agli Affari Generali Filippo Spanu dopo la firma dell'accordo di cooperazione e sviluppo con il Senegal

Via libera dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo – Aics al progetto proposto dalla Regione Sardegna di aiuti a favore del Matam, regione del Senegal confinante con il Mali

L’intervento, di complessivi 628 mila euro, rientra nel bando ‘Enti Territoriali 2017’ per la concessione di contributi nazionali con i quali realizzare progetti di cooperazione nei Paesi in via di sviluppo.

L’accordo è stato sottoscritto il 19 maggio scorso dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, dall’assessore agli Affari Generali Filippo Spanu e da  Yaya Abdoul Kane, ministro delle Poste e Telecomunicazioni e presidente del Raggruppamento d’Interesse comunitario (Gic) di Bossea. Gli aiuti serviranno a combattere la gravissima piaga della siccità che interessa questa regione periferica del Senegal, motivo principale che spinge tantissimi giovani a intraprendere i pericolosi viaggi verso l’Europa e un futuro più felice.

«La Sardegna, sulla base delle competenze tecniche acquisite dall’Agenzia Forestas – sottolinea l’assessore Spanu- ha manifestato la propria volontà di offrire aiuto e sostegno alla Regione di Matam con un articolato progetto mirato alla cura delle foreste, alla lotta contro la desertificazione e al corretto utilizzo dell’acqua. È uno scambio di idee ed esperienze da cui scaturisce un piano di intervento in linea con i bisogni  di questa area del Senegal.  Si tratta di un contributo significativo per creare in loco migliori condizioni e arginare i flussi migratori, secondo una precisa strategia dell’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru e nel rispetto dei principi della cooperazione decentrata che risponde –aggiunge il titolare degli Affari Generali- alle reali esigenze dei territori in difficoltà e offre nuove opportunità ai giovani che possono così costruire il loro futuro nella terra di origine».

 

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