Nuova edizione per il Creative Corner Market: stavolta l’evento sarà in versione Pink Edition, in occasione del mese della prevenzione contro il tumore al seno. Ingresso gratuito. Organizzato dall’Associazione culturale Amazing*Us e Fattore K, l’evento si svolgerà alla Manifattura Tabacchi di viale Regina Margherita sabato 21 e domenica 22 ottobre.

Si comincia sabato alle 16 con il vernissage della mostra fotografica Sulla pelle: un percorso per immagini, un itinerario fotografico che vede protagonisti uomini e donne che dall’esperienza di malattia hanno tirato fuori la vita, esplosione di colori, emozioni, impressioni. “Sulla pelle” è la mostra fotografica concepita e realizzata all’interno di Fattore k, campagna di sensibilizzazione sulla giusta comunicazione in oncologia. Le foto sono firmate da Valentina Cardia. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo di Sandremo.

Domenica si prosegue con le esposizioni dalle 11 alle 22 dove, ad accogliere il pubblico saranno circa sessanta operatori dell’ingegno appassionati che realizzano prodotti unici, fatti a mano e di qualità.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.