Site icon cagliari.vistanet.it

Bernardo Mereu: l’allenatore algherese tra passato e presente: “Che anni al La Palma ma ora penso alla salvezza dell’Olbia

Bernardo Mereu

È uno degli allenatori più esperti e vincenti del calcio sardo. Pensi a Bernardo Mereu e, in automatico, ti scorrono in mente le immagini di una carriera quarantennale iniziata da enfant prodige e proseguita tra onori e imprese quasi leggendarie: dal miracolo La Palma, la squadra dell’omonimo quartiere cagliaritano che il cinquantaseienne mister algherese, allora poco più che ventenne, contribuì a trascinare, tra il 1985 e il 1989, dalla Prima Categoria alla C2, ai trionfi con Atletico Sirio, Villacidrese e Nuorese.

Il presente di Mereu, che, tra i campi polverosi dilettanteschi a quelli più prestigiosi della Serie C, conosciuta anche grazie alla Torres, ha sparso la sua saggezza calcistica esclusivamente seduto su panchine isolane, senza tentare mai l’avventura in “Continente”, però, si chiama Olbia, compagine protagonista di un ottimo inizio di torneo.

Dopo nove giornate, infatti, i galluresi sono terzi, a quota 17 punti, nel campionato di C, un exploit che significa piena zona playoff e, magari, ambizioni diverse da quelle di una semplice salvezza.

 

Mister, che voto dà a questo inizio di campionato dell’Olbia?

«Sicuramente un voto molto alto, ma ciò che è importante sottolineare è che niente di quello che abbiamo fatto è casuale. Dietro i risultati ci sono la fatica del lavoro quotidiano e la coesione e la competenza di un grande staff».

 Il prossimo turno vi riserverà la sfida col Cuneo: che partita sarà quella contro i piemontesi?

«Una partita insidiosa, come tutte quelle che questo campionato ci presenta sul nostro percorso. Il Cuneo è reduce da un pesante ko interno, ha un buon ruolino di marcia in trasferta e verrà ad Olbia per provare a riscattarsi. Noi, come sempre, dobbiamo però guardare anzitutto a noi stessi».

La salvezza è davvero il vostro obiettivo?
«Sì, l’obiettivo dichiarato dalla Società è la salvezza. E per raggiungerlo quanto prima, dobbiamo ragionare di domenica in domenica mantenendo i piedi ben saldi per terra».
Passando ai singoli, che giudizio dà di Daniele Ragatzu, autore fin qui di un grande campionato? Pensa che avrebbe potuto fare di più nella sua carriera?
«Ragatzu è un giocatore di grandissimo talento che ha doti tecniche e fisiche di altre categorie. Sta raggiungendo la piena maturità e lo sta facendo anche grazie a un gruppo di compagni sano e di grande valore».
E lei, invece, mister, non si sente un allenatore di categoria superiore, magari da A o B?
«Io mi sento l’allenatore dell’Olbia, una panchina che mi onora e che devo dimostrare di meritare ogni giorno».
E’ vero che anni fa il Cagliari la contattò?
«No, non ci sono mai stati contatti».

Quale è il ricordo più bello della sua lunga carriera di allenatore?

«I ricordi e le emozioni più belle si legano alla cavalcata del La Palma sino alla C2 e alla salvezza conquistata con l’Olbia lo scorso anno».

 

Exit mobile version