A Su Siccu si iniziano a montare le postazioni per la vendita dei ricci, ma i banconi potrebbero rimanere vuoti, e i cagliaritani restare a bocca asciutta. Il conto alla rovescia per gli amanti della polpa di riccio è iniziato, ma c’è ancora un importante scoglio da superare, e il via del primo novembre è tutt’altro che scontato.
La questione riguarda la possibilità dei sub di poter pescare i ricci nei compartimenti adiacenti: «Così come accade in tutti i tipi di pesca – spiega il presidente dell’associazione delle cooperative AGCI Giovanni Loi – anche per la pesca al riccio dovrebbe valere la regola per cui i pescatori possano operare nel proprio comparto e nei due adiacenti». Un modo che permette di preservare la risorsa in mare e non impattare nell’eco-sistema del comparto del Golfo di Cagliari. Questo vuol dire che i pescatori cagliaritani chiedono di rifornirsi di ricci anche nel comparto di Oristano, dove però non mancano le resistenze dei pescatori del luogo. Ma se il Ministero ha dato le linee guide, le autorizzazioni da parte della Regione tardano ad arrivare, con rischio di sanzioni per chi dovesse operare fuori zona, oltre alle prevedibili tensioni fra operatori di Cagliari e Oristano.
«Come associazione di categoria, abbiamo fatto di tutto per metterci in regola – continua Loi -Furgoni coibentati, imbarcazioni a norma, ma a fronte di costi così alti, i pescatori di ricci chiedono di essere trattati al pari di tutti i tipi di pesca, ed operare nei compartimenti vicini come prevede il codice della navigazione. Più della metà degli operatori appartiene al comparto di Cagliari, è una questione anche di rispetto per la risorsa. Permettere la pesca anche nei compartimenti marittimi adiacenti significa un minore impatto nelle singole aree marine».
Domani i pescatori subacquei si incontreranno per decidere sul da farsi, ma senza un intervento della Regione per il rilascio dei permessi, la protesta potrebbe sfociare in uno sciopero, con i banchi di Su Siccu tristemente vuoti e i pescatori a terra.