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Mauro Giorico, l’allenatore dell’Arzachena tra “miracoli” e realtà: “Ora salvezza il prima possibile”

Qualcuno lo ha ribattezzato “l’allenatore dei miracoli”. E a mister Mauro Giorico, probabilmente, la definizione non dispiace proprio. I miracoli, d’altronde, assomigliano tanto alle favole, che nel calcio business di oggi sono sempre più merce rara. La promozione dell’Arzachena, la squadra che Giorico l’anno scorso ha guidato dalla panchina alla vittoria del campionato di Serie D e, quindi, in C, però, non è stata solo una fiaba o una bella sorpresa capitata quasi per magia o per effetto di chissà quale casualità.

A trascinare gli smeraldini dove prima non erano mai stati è stata la forza del lavoro e della programmazione di una società abile e capace. Al resto, poi, ovviamente, hanno pensato Giorico e i suoi ragazzi, con una menzione speciale per il tecnico, specializzato da anni in imprese (quasi) impossibili. Imprese (quasi) impossibili come l’ascesa, nel 2008, dell’Alghero dai Dilettanti alla Seconda Divisione della Lega Pro, un balzo di categoria a cui l’attuale allenatore dei neroverdi, trionfatore pure sulle panchine delle nobili Olbia e Torres, contribuì con la stessa bravura con la quale, oggi, sta consentendo ai suoi uomini di ben figurare tra i professionisti.

Dopo otto giornate di campionato, infatti, l’Arzachena è nono in classifica con dodici punti, frutto di quattro vittorie, tra cui quella della settimana scorsa in trasferta contro il Gavorrano – un sonante 4-1 -, e di altrettante sconfitte.

Mister, che bilancio fa di questo primo scorcio di torneo?
«La mia squadra ha dato sicuramente di più di quanto ci si potesse aspettare. Ma dobbiamo dare continuità ai nostri risultati, i punti ci servono come il pane».

Adesso vi attende il match contro l’Alessandria: che partita sarà?
«Dipende dalla formazione che riusciremo a mettere in campo. Di certo, le difficoltà saranno tantissime, considerato che l’Alessandria è una super squadra costruita per vincere il campionato. Gli acquisti di Agazzi, Bellomo e Gazzi, assieme alle conferme di giocatori come Gonzalez, ne fanno una corazzata».

Quali sono le ambizioni dell’Arzachena? Dove volete arrivare?
«Il nostro obiettivo è quello di raggiungere la salvezza il prima possibile».
Venendo a lei, la disturba il fatto che si parli dell’Arzachena come di una “favola”, sminuendo, forse, un po’ il lavoro di programmazione svolto dalla società in sede di mercato e da lei sul campo?
«No, non mi disturba affatto».
A proposito di favole e di belle storie, qual è il ricordo calcistico a cui è più legato?
«Sicuramente la vittoria dello scorso campionato di Serie D».

C’è qualche allenatore a cui si ispira o a cui si è ispirato in particolare nella sua carriera?
«Sono tanti gli allenatori a cui mi ispiro, per cui non ritengo giusto fare nomi».

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